Renzi in crisi fa passare le veline sul Nazareno bis

Il premier adesso cerca sponde nel centrodestra tramite la stampa. Ma Berlusconi lavora a rinsaldare l'alleanza con la Lega di Salvini

Renzi in crisi fa passare le veline sul Nazareno bis

Un fantasma che si aggira nel Palazzo. Il Nazareno che risorge, magari in versione baby. Per correggere la legge elettorale. O per sistemare le riforme istituzionali. Forse per dar vita alla nuova Rai. Silvio Berlusconi l'ha negato proprio in un'intervista al Giornale , smentendo rumors e retroscena su un possibile bis del patto con Matteo Renzi che tanto ha fatto discutere nell'ultimo anno. Il premier, invece, preferisce tacere e sulle ricostruzioni che raccontano di un Nazareno 2 ormai in via di assestamento non dice una parola. Né rettifiche, né smentite.

La conferma, forse, che oggi i ruoli si sono invertiti. E che se quasi due anni fa, con Enrico Letta ancora premier, era il leader di Forza Italia ad avere interesse a chiudere un'intesa con il giovane segretario rottamatore anche per usarla come argine all'ondata d'inchieste e processi che gli si stavano abbattendo addosso, adesso lo scenario s'è ribaltato. È Renzi, infatti, ad aver bisogno dell'ancora berlusconiana. Ed è lui che racconta ad amici e sodali che l'accordo con l'ex premier è chiuso, che l'intesa è fatta e che il filo del dialogo è nuovamente teso. Tutte considerazioni che, come Renzi sa benissimo e come è giusto che sia, finiscono per arrivare sui giornali e diventare argomento di dibattito.

Così, soprattutto sul Corriere della Sera , ma anche su altre giornali, ormai da giorni si parla di un nuovo Nazareno alle porte. L'ipotesi è però smentita dal secco e ufficiale no di Berlusconi e l'insistenza delle voci evidentemente trapela dagli ambienti renziani. Il dubbio che i due interlocutori abbiano oggi un approccio opposto rispetto a qualche tempo fa è quindi legittimo. Oggi è Renzi che preferisce tacere e lasciare che s'insinui il dubbio.

Il punto, infatti, è che oggi – a differenza di due anni fa - è Renzi quello costretto a giocare di rimessa. Ed è lui che ha bisogno della sponda del leader di Forza Italia per sperare di portare a casa il via libera alle riforme in un Senato dove i numeri sono sempre più risicati. Berlusconi, invece, sta alla finestra. E, anzi, ci tiene a rinsaldare un asse con la Lega di Matteo Salvini che nei fatti lo allontana sempre più dalla logica del Nazareno. Di qui la sensazione che sia il presidente del Consiglio quello che ha davvero un interesse a chiudere un accordo che gli permetterebbe di blindare la legislatura fino al 2018. E questo al netto del fatto che Roberto D'Alimonte – consulente di Renzi sulla riforma elettorale – auspicasse qualche giorno fa, proprio sul Corriere della Sera , un'intesa con Berlusconi per rimettere mano all'Italicum (e sul passaggio dal premio di lista al premio di coalizione l'ex premier sarebbe più che disponibile). D'altra parte, non è un mistero che da quando a febbraio è saltato il patto del Nazareno – con la nomina di Sergio Mattarella al Quirinale – il premier navighi in acque difficili. Basti dire che per la prima volta da quando si è insediato a Palazzo Chi non solo non è più lui a dettare l'agenda ma è pure costretto a subirla.

Così, dal celebre cronoprogramma dello scorso anno che per ogni mese prevedeva una riforma (scuola, pubblica amministrazione, giustizia e via andando) oggi Renzi si ritrova sotto il fuoco incrociato di Mafia Capitale, dei tanti esponenti Ncd sotto inchiesta, della fronda interna al Pd che si va organizzando, dello scontro sulla scuola e sul Family day e del caos immigrazione. Una sponda da Berlusconi, insomma, potrebbe fare molto comodo.

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