«Roma, moto contro albero sulla Colombo: deceduta una ragazza di vent'anni». Il lancio di agenzia, nel tardo pomeriggio di venerdì, si confonde con le altre mille notizie di giornata. Sulle strade martoriate della capitale purtroppo non è una novità, ancora lo scorso 6 maggio buche e dossi dell'Ostiense erano costati la vita a una 26enne. Ma dietro ogni notizia che può sembrare asettica c'è una storia e quella di Noemi Carrozza si è illuminata qualche ora dopo, quando un «tweet» della Federnuoto ha iniziato a raccontarla.
Noemi non era solo una bella ragazza bionda che alle due e mezza di un giorno di quasi-estate guidava il motorino in direzione Ostia, verso il mare. Era anche una sincronette, cioè una di quelle ballerine che danzano in acqua muovendosi come un corpo unico. Era brava, Noemi, gareggiava per la società romana All Round e faceva parte delle nazionali italiane giovanili. Nel 2012 aveva vinto la Coppa Comen nel Duo, nel 2015 era arrivata quarta agli Europei nel Solo; poi altre vittorie e altri podi passando dagli Assoluti ai Mondiali giovanili. «Se in squadra ci si sente più sicure e si lotta insieme per un obiettivo, l'emozione che la vasca sia tutta tua e il fatto che i giudici guardino solo te è qualcosa di incredibile, anche se fa una paura tremenda», diceva.
Insomma se non era già una campionessa aveva tutte le carte in regola per diventarlo. Non era riuscita a partecipare alle Olimpiadi di Rio e ce la stava mettendo tutta in vista di Tokyo 2020. Ma la verità è che con 21 anni da compiere il prossimo l'11 settembre aveva tempo per diventare qualunque altra cosa. In teoria. In pratica è finito tutto in un attimo al chilometro 26,700 della Cristoforo Colombo dove, dalla pineta di Castel Fusano, già si intuiscono la Rotonda e la spiaggia di Ostia.
Che a farle perdere il controllo del suo scooter sia stato l'asfalto sconnesso (in quel punto la strada è segnata dalle radici dei pini) o un malore dovrà stabilirlo la polizia locale ma a questo punto importa relativamente. Una signora, che si trovava dietro di lei al momento dell'incidente e poi ha chiamato i soccorsi, ha raccontato di averla vista cadere e poi rimbalzare sul selciato e contro un albero. Noemi non è morta subito: per più di due ore è rimasta in bilico, in un letto dell'ospedale Grassi come quando danzava in piscina. L'esercizio più difficile che non è riuscita a portare a termine.
Tanti i messaggi per lei, da quelli istituzionali a quelli degli amici e delle compagne di squadra. Il più bello è quello di Laila Huric: «Sei stata la mia rivale più grande, siamo cresciute insieme e poi le nostre strade si sono divise - ha scritto su Facebook - ma alla fine il tifo l'ho sempre fatto per te.
Avrei mille cose da dire, non trovo le parole. Ricorderò i pianti e le risate che ci siamo fatte in collegiale e ricorderò per sempre gli abbracci prima del nostro show. Sarai sempre nel mio cuore Memi, riposa in pace».
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