Scrutinio segreto, antico rito da mettere in soffitta

Oggi è proprio con il voto segreto che si regolano conti in sospeso e si esercita un vero e proprio potere di ricatto sull'esecutivo

Scrutinio segreto, antico rito da mettere in soffitta

Era l'ottobre del 1947 quando durante i lavori dell'Assemblea costituente il giovane Aldo Moro prese a sorpresa le distanze dallo strumento del voto segreto perché, spiegava il futuro leader della Dc, «tende a sottrarre i deputati alla necessaria assunzione di responsabilità di fronte al corpo elettorale per quanto hanno sostenuto e deciso nell'esercizio del loro mandato».

Passati quasi settantanni e dopo centinaia di imboscate parlamentari, nelle prossime settimane il Senato si troverà ancora una volta alle prese con lo scrutinio segreto, prigioniero di un rituale che negli anni ha forse perso la sua ragion d'essere originaria trasformandosi invece in uno strumento che favorisce sotterfugi e mercanteggiamenti. Il dibattito in corso su unioni civili e stepchild adoption ne è la conferma.

Già, perché se la ratio originaria dello Statuto albertino era quella di garantire l'indipendenza dei parlamentari di fronte al Re o comunque al governo - tanto che nel 1939 l'istituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni l'abolì - oggi è proprio con il voto segreto che si regolano conti in sospeso e si esercita un vero e proprio potere di ricatto sull'esecutivo. E tanto il fenomeno negli anni è diventato frequente che è stata coniata l'espressione ad hoc dei cosiddetti franchi tiratori.Non è un caso, dunque, che gli ultimi giorni abbiano raccontato dello scambio praticamente alla luce del sole tra Ncd e Pd.

Perché al rimpasto di governo che ha visto Angelino Alfano portare a casa un ministro e quattro sottosegretari è seguito l'approccio estremamente soft dei centristi che, al di là delle dichiarazioni di facciata, non hanno alcuna intenzione di alzare le barricate sul ddl Cirinnà. Merito, appunto, del voto segreto, visto che quando la prossima settimana si affronterà il tanto discusso articolo 5 sulla stepchild adoption Ncd potrà dire di aver votato «no» pur assicurando sotto banco a Renzi i voti necessari ad approvare il provvedimento. E questo nonostante l'ala socialista di Ncd non abbia gradito che le nuove poltrone siano finite tutte in quota Alfano-Lupi.

Forse, insomma, potrebbe essere arrivato il momento per la politica di dare una prova di maturità e trasparenza, assumendosi la responsabilità di dire ai propri elettori come e cosa si vota invece di farsi scudo dello scrutinio segreto. Ancora di più perché si tratta di temi così sentiti e divisivi da riempire le piazze italiane per ben due volte nel giro di pochi giorni.

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