Se gli amori finiti uccidono le donne

Se gli amori finiti uccidono le donne

A Pietrantonio Paduano che ha assassinato la sua ex perché lo aveva lasciato, è stata ridotta la pena dall'ergastolo a 30 anni di reclusione. I motivi che hanno indotto Antonio Girardi a uccidere la moglie con due colpi di pistola e poi spararne un terzo, mortale, contro se stesso, non sono ancora noti, ma l'omicidio-suicidio si è consumato durante una discussione tra i due. «L'omicidio-suicidio spesso origina da un disturbo mentale grave. Nella depressione psicotica la persona perde il contatto con la realtà, tutto si tinge di nero e non vi è più alcuna capacità di guardare al futuro. È allora che il suicidio appare l'unica via di fuga da un mondo non più sopportabile. Fino ad arrivare a portare con sé le persone più care. In un certo senso, si tratta di un estremo gesto di amore», spiega Pietro Pietrini, psichiatra e direttore della Scuola Imt Alti Studi di Lucca.

Le donne chiedono a gran voce che non si giustifichi nessuna violenza imputandola alla follia, a un raptus scatenato dall'incapacità di perdere l'amore, perché l'amore non è mai possesso dell'altro. «La malattia mentale non spiega certo tutti i casi di violenza contro le donne. Né la violenza è necessariamente presente nei disturbi mentali. Ciò premesso, ci si chiede quale capacità di controllo possa avere un uomo che compie un gesto aberrante come l'uccisione di un altro essere umano, che in alcuni casi va a privare della madre i suoi stessi figli. Le neuroscienze oggi stanno cercando di capire quali meccanismi possano compromettere il controllo degli impulsi in questi individui», chiarisce Pietrini. La donna sarebbe uccisa in quanto donna e non a causa di un dramma relazionale. «Nel caso della violenza all'interno della coppia, la parola femminicidio mette in ombra quello che sta sotto l'uccisione della donna: la patologia di una relazione di coppia caratterizzata da prevaricazione dell'uno sull'altro invece che da rispetto, condivisione e progettualità. L'omicidio diventa l'atto finale di una tragedia di vita a due, che si trascina da anni, nella condizione di stallo del né con te né senza di te».

La giovane figlia uccisa dal padre per aver abbracciato un diverso stile di vita, la donna ammazzata dal compagno per aver mosso il passo oltre una relazione ormai spenta testimoniano l'incapacità di un rispetto incondizionato della donna quale essere umano, dotato del

diritto-dovere di autodeterminazione. «È urgente educare i figli, maschi e femmine, al riconoscimento della dignità della persona, che non ha confini di genere, di orientamento sessuale, di costume o religione», conclude Pietrini .

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