Spread e Borse agitano governo. Giorgetti: "Vietare vendita allo scoperto"

Tria preoccupato, Di Maio e Salvini tirano dritto

Spread e Borse agitano governo. Giorgetti: "Vietare vendita allo scoperto"

Lo spread ruggisce alla vigilia del giudizio Ue sulla manovra italiana. Con il progetto di bilancio che si avvia a essere bocciato, il differenziale tra Btp e Bund tedesco vola in mattinata fino a 336 punti base, attestandosi ai massimi dall'aprile del 2013. Poi ripiega, ma a fine seduta resta comunque su livelli di guardia. La chiusura è a 326 punti base, con il decennale italiano al 3,61%. "Ovviamente sono preoccupato" per lo spread oltre 300 punti base, ammette il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, a margine di un evento a Montecitorio. In effetti lo spread comincia a dispiegare i primi effetti, aumentando i costi dei prestiti per famiglie e imprese. L'Abi avverte nel suo bollettino mensile che i tassi di interesse sulle nuove erogazioni salgono in ottobre, perché "risentono dell'aumento dello spread nei rendimenti dei titoli sovrani".

Intanto i vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, si dicono certi che la situazione migliorerà. "Lo spread non può che scendere e sono convinto che così sarà, a meno che non ci sia qualcuno che giochi alla speculazione", dichiara il ministro dell'Interno, mentre il responsabile dello Sviluppo economicio e del Lavoro gli fa eco: "Siamo fiduciosi che dopo la decisione della Commissione europea lo spread scenderà".

Il sottosegretario

Giancarlo Giorgetti invece a margine di un convegno nella sede del Corriere dello Sport a Roma ha dichiarato: "Lo spread a 326 punti? Speriamo che si vieti finalmente la vendita allo scoperto anche in Italia".

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