Ucciso, scappato o ferito? È giallo sulla sorte del califfo

Al Baghdadi è stato dato per morto anche in un falso tweet del ministero degli Esteri iracheno. Ma il Pentagono per ora non può dare conferme

Il leader dello Stato islamico Abu Bakr Al Baghdadi nelle scorse ore è stato dato per morto, ferito, sopravvissuto a un bombardamento americano, non presente sul luogo dell'attacco. Avrebbe perso uno o due fidati consiglieri, forse il suo braccio destro. Le informazioni emerse sulle sorti del «califfo» sono sostenute da fonti deboli, difficili da verificare in un territorio controllato dallo Stato islamico - Isis - cui non hanno praticamente accesso autorità irachene o mass media. Di certo c'è soltanto che nel week-end l'aviazione americana appoggiata dagli alleati internazionali ha portato a termine un robusto numero di attacchi aerei: 23 in Siria, 18 in Irak. Non c'è nessuna conferma, però, ha sottolineato il colonnello Patrick Ryder, portavoce del Central Command americano, che Abu Bakr Al Baghdadi sia rimasto coinvolto. L'incertezza è stata rafforzata da fonti dei ministeri dell'Interno e della Difesa dell'Irak che hanno parlato alla France Press del ferimento del «califfo» in un bombardamento (c'è discordanza sul luogo: nella cittadina di Al Qaem o a Mosul, entrambi obiettivo dei bombardamenti americani nel week-end, ma a centinaia di chilometri di distanza l'una dall'altra). L'agenzia britannica Reuters, citando invece la televisione di Stato irachena, parla della morte in un bombardamento a Falluja di un assistente vicino al «califfo», Abu Huthaifa Al Yamani; secondo il Daily Telegraph sarebbe stato invece colpito nelle scorse ore un altro fedelissimo di Al Baghdadi, Auf Abdelrahman Elefry. Ha sollevato ulteriore confusione un tweet, lanciato da un falso account del ministero degli Esteri iracheno, che annunciava la morte del califfo: un messaggio fasullo, ma che lo stesso ministero ha dovuto smentire.

Tutta questa incertezza attorno alle sorti del sedicente «califfo» rafforza l'aura di mistero che circonda la sua persona. Fino a giugno, quando Abu Bakr Al Baghdadi ha pronunciato un sermone in una moschea di Mosul, circolavano soltanto due fotografie «dell'uomo più pericoloso del mondo» per Time , «il nuovo Bin Laden» per il Monde . Barba lunga brizzolata, caftano e turbante neri, il «califfo» dello Stato islamico ha messo in ombra il leader di Al Qaida Ayman Al Zawahiri. Lascia sapientemente filtrare pochissime informazioni sulla sua persona, forse avendo in mente la fine che hanno fatto prima di lui Abu Musab Al Zarqawi e Osama Bin Laden, i due capi di Al Qaida che hanno vissuto a lungo nell'ombra. Lo chiamano lo «sceicco invisibile» perché, ha scritto il britannico Independent , oltre a nascondersi si coprirebbe il viso con una maschera perfino davanti agli stessi combattenti del suo movimento. Sulla sua testa c'è dal 2010 una taglia americana da dieci milioni di dollari.

Qualsiasi ipotesi sul leader e sulla leadership dello Stato islamico resta comunque azzardata e i fatti a suo riguardo difficili da verificare, come sostiene la società di intelligence e sicurezza americana Soufan Group in un recente rapporto sul movimento. Secondo gli analisti, Al Baghdadi guiderebbe il gruppo dalla provincia di Raqqa, in Siria, roccaforte dello Stato islamico, ma si muoverebbe anche a Mosul, oltre il confine iracheno, dove le bombe americane sono cadute durante il week-end. Il leader dello Stato islamico ha costruito e rafforzato negli anni la sua invisibilità. Le informazioni sul suo passato sono infatti poche e non è chiaro dove i fatti cedano il passo alla leggenda. Ibrahim Awad Ibrahim Al Badri, nato nel 1971, è cresciuto nella cittadina di Samarra - nel Nord - e ha frequentato l'università islamica di Baghdad, dove avrebbe vissuto fino all'invasione americana dell'Irak. Poco altro si sa, a parte un soggiorno di quattro anni nella prigione americana di Camp Bucca, dal 2005 al 2009, quando sarebbe stato liberato in seguito alla chiusura del centro di detenzione.

È leader dello Stato islamico dal maggio 2010, dopo la morte del suo predecessore, Abu Omar Al Baghdadi.

A differenza dei leader di Al Qaida, Al Baghdadi si è autoproclamato «califfo», quindi leader politico di un tentativo di Stato islamico non riconosciuto da nessun Paese, ma che conta diverse migliaia di sostenitori. Una sua eventuale uccisione, soprattutto in mancanza di chiari successori, avrebbe quindi un peso significativo per Isis.

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