Un piano comune che comprenda tutti i Paesi dell'Unione Europea. Nessuna macchia di leopardo. Ora, che si prepara la fase 2 del piano, della riapertura e della ripartenza, del rilancio e delle saracinesche da rialzare, ora più che mai è importante agire uniti e coesi. È questo l'appello della Von der Leyen. La Commissione Europea chiede ai Paesi membri dell'Ue di notificare preventivamente e «a tempo debito» la Commissione stessa, oltre che gli altri Paesi, su qualsiasi allentamento delle misure di chiusura adottate per contrastare la pandemia di Covid-19.
Gradualità e coordinamento tra gli Stati sono i due principi cardine della strategia di uscita dal confinamento sociale e dal blocco dell'attività economica. Ma non solo: la decisione deve tenere conto dei parametri epidemiologici che mostrino che la diffusione del virus è diminuita in misura significativa e si è stabilizzata per un periodo prolungato.
Per la ripresa «graduale» si raccomandando almeno «un mese» di distanza tra un passo e l'altro, e le persone più vulnerabili, in particolare gli anziani, dovrebbero venire protette più a lungo. Una «mancanza di coordinamento» tra i Paesi membri sull'uscita dal lockdown potrebbe avere effetti negativi» per tutti i Paesi e provocare «frizioni politiche», avvertono dalla Ue.
Si tenta dunque di dettare una linea, una road map comune. Cosa non facile visto che già ogni Paese ha dimostrato di muoversi con criteri diversi uno dall'altro.
Per quanto riguarda le restrizioni di viaggio, la Commissione consiglia di rimuoverle «una volta che la situazione epidemiologica con i Paesi confinanti converga in misura sufficiente» e che le misure di distanziamento sociale siano applicate «largamente e in modo responsabile». La riapertura delle frontiere esterne dovrebbe far parte della seconda fase della riapertura, tenendo conto della diffusione del coronavirus Sars-Cov-2 all'estero. Lo sforzo della Commissione è quello di coordinare le misure in questo campo, che restano competenza nazionale, tanto che l'esecutivo Ue ha dovuto rimandare l'approvazione delle linee guida a causa delle proteste di alcune capitali per non essere state preventivamente consultate.
Il suggerimento della Commissione è che, prima di allentare le misure, gli Stati dovrebbero vedere un calo significativo della diffusione della malattia, rafforzare i reparti di terapia intensiva ed avere capacità di fare tamponi e test per anticorpi su vasta scala. Prima che venga trovato un vaccino, qualsiasi rilassamento delle misure, ricorda la Commissione, porterà ad un aumento delle infezioni, un aspetto che dovrà essere costantemente monitorato. L'esecutivo Ue dovrebbe incaricare l'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, di stilare un piano su un approccio comune per eventuali chiusure future, «tenendo conto delle lezioni apprese finora». Tra questi c'è lo sviluppo di un sistema di tracciamento dei contatti tra le persone attraverso strumenti digitali, le app nel «pieno rispetto della privacy», e su base volontaria, facendo uso di dati anonimizzati. Le app dovrebbero essere disattivate una volta passata la crisi.
Il successo di una «rimozione coordinata» delle misure di chiusura a livello Ue determinerà anche «i tempi e l'impatto» del piano europeo di ripresa. Anche il riavvio dell'attività economica dovrebbe essere graduale e ricorda i diversi modelli da seguire, come il telelavoro, importanza economica dell'attività, i turni di lavoratori.
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