Weber (Ppe): "Renzi mette a repentaglio la credibilità Ue"

Manfred Weber, capogruppo Ppe al parlamento europeo: "Quando vediamo che l’Italia non è disposta ad aiutare la Turchia se non in cambio di una contropartita, tutto ciò va a svantaggio dell’Europa, della sua forza e della sua credibilità"

Weber (Ppe): "Renzi mette a repentaglio la credibilità Ue"

Acque sempre agitate tra l'Ue e l'Italia. Ieri Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, ha mandato un avviso di sfratto a Renzi, dicendo a chiare lettere che l'Europa non ha un intercolocutore con cui parlare. Oggi, invece, arriva la bordata di Manfred Weber, capogruppo Ppe: "Quello che sta facendo Matteo Renzi mette a repentaglio l’unità dell’Europa". Il leader popolare lo ha detto in assemblea plenaria, prendendo di mira le parole del presidente del Consiglio italiano contro le istituzioni di Bruxelles. "L’Europa - ha detto Weber - è capace di grandi successi. Sono stato orgoglioso di vedere Federica Mogherini siglare l’accordo sul nucleare iraniano. E la voglio ringraziare per il suo lavoro". Il riferimento alla Mogherini non è casuale. Lady Pesc, infatti, è finita al centro delle polemiche dopo le parole di Juncker sulla mancanza di un "interlocutore" con cui parlare.

A scatenare la reprimenda di Weber è l'opposizione di Renzi al fondo da tre miliardi per il sostegno alla Turchia nella gestione dei migranti: "Avevamo previsto di stanziare 3 miliardi - ha detto Weber - Il Consiglio e il parlamento erano d’accordo e poi si scopre che l’Italia non è disposta ad adottare il fondo: questo è molto negativo per la nostra immagine. Lancio quindi un nuovo appello a Matteo Renzi: bisogna contrastare questa perdita di credibilità legata al populismo che regna in Europa. Dobbiamo farlo insieme".

Immediata la replica di Gianni Pittella, presidente del gruppo dei parlamentari socialisti: "Ridicolo e irresponsabile parlare di uno dei leader europei più europeisti dell’Unione come di uno che lavora per sfasciare e disintegrare l’Europa. Noi lavoriamo per risolvere i problemi, ma non vogliamo che nessuno ci metta l’anello al naso". Patrizia Toia, capodelegazione Pd al parlamento Ue, osserva che "la credibilità dell’Europa l’ha messa a rischio chi come Weber e i suoi amici hanno voluto un’austerità ideologica che ha messo i cittadini in difficoltà e ha aumentato le diseguaglianze. Noi vogliamo lavoro solo lavoro e agenda sociale". E sul blocco dei fondi alla Turchia: "Vogliamo che si faccia ciò che si dice sull’immigrazione, che si vada avanti sulla flessibilità per la crescita e il lavoro. Vogliamo insomma un’Europa più solidale e più progressista. Siamo europeisti. Siamo ambiziosi. Abbiamo vinto le elezioni su un progetto di rilancio - ha concluso - non di messa in discussione dell’Europa e vogliamo essere semplicemente coerenti con questi impegni e con queste premesse". Si fa sentire anche il vicepresidente del Pd, Matteo Orfini: "Chi chiede che l’Europa cambi aiuta l’Europa, non la danneggia. È chi le dà un’impronta non in linea con la sua storia che la danneggia".

Il vicepresidente del parlamento europeo, Antonio Tajani (Forza Italia), osserva che "Weber mette il dito nella piaga degli errori del governo Renzi. Non si cambia l’Ue con il velleitarismo di chi non punta alla crescita e all’occupazione ma intende nascondere i problemi che ci sono in Italia. La cosa grave è che poi - conclude Tajani - a pagare sono gli italiani".

Sull'argomento interviene anche Fabrizio Cicchitto (Ncd), presidente della commissione Esteri della Camera: "C’è un problema molto serio nell’Unione Europea se il fatto che è stata posta la questione dell’indirizzo di fondo della politica economica ed è stata assunta una posizione contrattuale su alcune questioni concrete porta il presidente del gruppo tedesco Weber ad attaccare in questo modo il

Presidente del Consiglio italiano Renzi. Il presidente Weber è certamente una personalità europea assai importante ma non è uno dei proprietari dell’Unione Europea nè Renzi è una sorta di versione italiana di Varoufakis".

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