Medicalizzazione e giuridificazione: non cè ormai un solo aspetto della nostra vita che non sia sottoposto allazione congiunta di questi due processi di protezione, di «immunizzazione». È pur vero che da sempre, medicina e diritto, hanno condiviso la medesima funzione: proteggere la vita dalla morte. La medicina, quella dellorganismo biologico, insidiato dal pericolo della malattia. Il diritto, la vita dellorganismo sociale, minacciata dalla violenza di un conflitto distruttivo.
La novità è che, mentre nel passato la protezione medica e quella giuridica intervenivano nei momenti di crisi - insorgenza della malattia, esplosione della violenza -, oggi sono diventate vere e proprie «profilassi». Che si prendono preventivamente cura dellorganismo - biologico e sociale - nel corso dellintera vita. La procreazione assistita, ad esempio, non solo ha bisogno della medicina, ma di norme giuridiche che ne regolino la pratica. E così avviene per lespianto e il trapianto di organi, per la terapia genica, per il «suicidio assistito». Le due «terapie profilattiche» tendono sempre di più ad intrecciarsi. Non fosse altro perché entrambe si prendono cura dello stesso oggetto: la vita. E lo fanno «amministrando» la morte.
Nel caso della medicina, questo è più evidente. Lasciamo stare il ricorso sistematico ai farmaci - la società del Prozac, per intenderci - o alla diagnostica clinica. Per poter meglio proteggere lorganismo dalla minaccia della morte, per conservarlo in vita, in salute, deve essere sottoposto ad un controllo sistematico. Che può avvenire a patto che la medicina lo consideri sempre malato, sempre minacciato dalla morte. Ma la medicina può prendersi cura della vita, amministrando la morte, per una semplicissima ragione. La protezione immunitaria di un organismo è possibile, a patto che una dose del male che lo minaccia dallesterno venga, in forma controllata, introiettata in esso. Il pharmachon può essere una medicina in quanto è anche un veleno, come ci dice il suo etimo.
In che modo, invece, il diritto si prende cura della vita, amministrando la morte? La logica è la stessa della medicina. In particolare della immunologia cellulare. Il sistema giuridico funge da dispositivo immunitario della società in quanto non ha più il compito di proteggere la società dalla minaccia dei conflitti, ma facendo ricorso ad essi, alimentandoli. Il sistema giuridico non ha più bisogno di un antigene esterno per produrre anticorpi. Non protegge la società dallannientamento mediante risposte affermative, ma negative, facendo ricorso a divieti.
Ma il diritto, si chiede Stefano Rodotà (La vita e le regole. Tra diritto e non diritto, Feltrinelli, pagg.
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