C inquantanove anni fa, dal 29 luglio al 14 agosto, a Londra lo stadio di Wembley si trovò a vivere uno dei momenti più significativi della sua storia, ospitando la quattordicesima edizione dei Giochi Olimpici, sospesi nel 1940 e 1944 a causa della guerra. Londra, nel 1948, aveva ripreso la lunga storia delle Olimpiadi e Wembley, che poteva contenere circa 85mila spettatori, era il teatro più importante dei grandi incontri internazionali di calcio. Per ospitare lOlimpiade della rinascita era stata aggiunta la pista di atletica, che i tecnici consideravano buona, anche se dopo i primi giorni divenne pesante a causa della pioggia che continuava a cadere abbondante. Oltre a tutte le gare di atletica, lo stadio, in occasione delle Olimpiadi, ospitò anche le cerimonie di apertura e di chiusura, le semifinali e le finali di calcio e di hockey ed il Gran Premio delle Nazioni di equitazione.
Poiché fui uno dei partecipanti alla grande kermesse atletica, devo dire che limponenza dello stadio dava un senso di emozione e di batticuore già al momento di entrare, sentimenti ancor più forti al momento della sfilata con la squadra azzurra e poi di scendere in pista per la staffetta 4x100. Persino il tunnel che portava agli spogliatoi trasmetteva un senso di grandezza e di imponenza, che nessun altro stadio riusciva ad avere e che ha conservato negli anni. Londra visse lOlimpiade con straordinaria partecipazione e anche così si spiega perché alla cerimonia inaugurale il re si presentò accompagnato dalla regina e dallallora principessa Elisabetta, che furono ricevuti dal presidente dei Giochi, Viscount Portal, e dal Lord Major di Londra, Sir Fredrick Michael Wells, e poi presentati al presidente del Cio, Sigfrid Edstroem.
La parata delle squadre nazionali, come vuole la tradizione, venne aperta dalla Grecia e chiusa dagli atleti ospitanti, cioè gli inglesi. Oltre agli 85mila presenti allo stadio, molta altra gente si era assiepata lungo la strada Olimpica, in attesa dellarrivo del corteo reale e della fiaccola. Ma Londra, nel 1948, presentava ancora molte e gravi ferite nelle strade, con le macerie sparse qua e là. Per puro caso lo Stadio Wembley era stato risparmiato dai bombardamenti.
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