Quegli strani pacifisti con molotov e coltelli

Che strani pacifisti viaggiavano a bordo della «Mavi Marmara». La nave teatro dell’abbordaggio delle forze speciali israeliane conclusosi con il massacro di una decina di persone trasportava gente armata di coltelli e bastoni, che hanno usato generosamente; gente che ha lanciato bottiglie molotov; e che ha anche ferito diversi soldati israeliani, oltre a scaraventarne uno, sbarcato sul ponte della nave da un elicottero, dall’altezza di dieci metri.
Strani pacifisti davvero. Preparati a usare una violenza brutale, tanto da prendere di sorpresa gli incursori della marina israeliana che si aspettavano di dover contrastare al massimo qualche forma di resistenza più o meno passiva. E invece no. «Quelli volevano ammazzarci - ha detto ai media israeliani “capitano R.”, un membro del secondo commando che si è calato dall’elicottero sulla nave turca -. Ognuno di loro che ci si avvicinava voleva ammazzarci».
Capitano R. ha raccontato una storia drammatica, sostenendo che i tre quarti dei “pacifisti” ha partecipato a quello che la marina israeliana ha definito «un linciaggio». «Mi sono calato con la corda per secondo - ha ricostruito -. Il mio commilitone che è sceso per primo è stato circondato da un gruppo di persone. All’inizio era una lotta uno contro uno, poi ne sono arrivati sempre di più. Ho dovuto affrontare terroristi armati di coltelli e bastoni. Quando uno di loro è venuto verso di me con un coltello ho dovuto sparare».
L’ufficiale racconta come sia poi stato scagliato sul ponte sottostante. «A quel punto una ventina di persone sono venute su di me da ogni direzione. Mi sono saltati addosso e mi hanno gettato di sotto (un’immagine tratta da un filmato documenta questo fatto, ndr)». Ma anche lì la situazione aveva poco a che fare con la resistenza passiva in stile gandhiano dei pacifisti: «Ho sentito la lama di un coltello nello stomaco. Con un altro soldato siamo riusciti a saltare in mare».
Un filmato dell’esercito diffuso dalla Tv israeliana mostra l’esplosione a bordo di una bottiglia molotov. E la ricostruzione parla di attivisti in attesa con spranghe dei soldati che si calavano dagli elicotteri. Le corde gettate dall’alto sono state legate all’antenna per mettere in difficoltà gli elicotteri e i soldati gettati a terra e colpiti anche con coltelli e biglie di vetro. Un militare ha detto che gli attivisti filo-palestinesi hanno anche sparato contro il commando.
Tutt’altri i contenuti dei racconti dei “pacifisti” della Marmara. «Non avevamo armi a bordo», dice la deputata arabo-israeliana Hanin Zuabi.

Non spiega, però, come è possibile che sette militari israeliani siano rimasti feriti, due gravemente. Norman Paech, ex deputato del partito tedesco di estrema sinistra «Die Linke», assicura di aver «visto personalmente» che a bordo sono stati usati «per difesa» solo bastoni di legno. Un vero pacifista, anche lui.

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