Quel gran pasticcio della Verde tedesca amica degli ayatollah

L’Iran sbatte la porta in faccia alla missione dei parlamentari europei perché volevano incontrare gli oppositori. La presidente della delegazione, la Verde tedesca Barbara Lochbihler, fa buon viso a cattivo gioco condannando Teheran, ma è stata lei a creare questo gran pasticcio diplomatico. Undici europarlamentari dovevano recarsi in visita nella Repubblica islamica dal 7 all’11 gennaio. Già domenica l’ambasciatore iraniano a Bruxelles, Ali Asghar Khaji, non aveva concesso i permessi. Ieri il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ribadiva che «la data della visita è stata cambiata in vista di una collaborazione più costruttiva». In realtà gli ayatollah hanno messo le mani avanti, perché non volevano in alcun modo far incontrare gli europarlamentari con l’opposizione. «Mi dispiace molto per la cancellazione all'ultimo minuto, che offre un'ulteriore triste prova delle autorità iraniane, che cercano di impedire ogni discussione sui gravi problemi del loro Paese» ha dichiarato la Lochbihler.
Responsabile del pasticcio, la Verde tedesca cerca ora di girare la frittata. «La delegazione aveva intenzione di esprimere solidarietà al movimento di protesta - ha spiegato - e questo è considerato troppo pericoloso dal governo iraniano». Poi ha scaricato la responsabilità. Secondo la Lochbihler le pressioni esercitate nei scorsi giorni da rappresentanti del Congresso Usa e da alcuni parlamentari europei, perché il viaggio a Teheran fosse cancellato, «hanno offerto il pretesto al governo iraniano per annullare la visita».
La decisione degli ayatollah è «tanto immotivata quanto inaccettabile» secondo gli eurodeputati Pdl dei popolari europei Marco Scurria, Salvatore Tatarella e Potito Salatto, membri della delegazione per le relazioni con l'Iran. «Fin dall’inizio eravamo stati noi italiani del centrodestra a chiedere di incontrare l’opposizione iraniana» spiega al Giornale Scurria, che si rifiutava di partire dopo il pugno di ferro del regime contro i manifestanti. «La presidente Lochbihler continuava a confermare la visita, ma quando le abbiamo chiesto il programma ci ha risposto che lo avremmo avuto solo l’8 gennaio, una volta giunti a Teheran» denuncia Scurria. E aggiunge: «Si rischiava di fare il gioco della propaganda di regime, mentre in piazza gli iraniani vengono massacrati». L’europarlamentare del Pdl ribadisce che a «Teheran vogliamo andare a vedere la situazione nelle carceri, dove stanno finendo i manifestanti e incontrare gli studenti universitari che contestano Ahmadinejad. Altrimenti è meglio stare a casa». La presidente Lochbihler, ex segretario di Amnesty international, è amica dei palestinesi e degli estremisti arabi.

In un’intervista a Der Spiegel ha accusato l’amministrazione Bush di torture e violazioni dei diritti umani, con l’appoggio dell’Occidente. Dopo la brutta figura gli europarlamentari italiani le hanno inoltrato una lettera per «porre all'ordine del giorno della prossima riunione la censura del governo di Teheran».

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