Nuovo orrore in via Fani: il marito morto in casa, lei lo brucia in balcone

I vigili del fuoco sono stati costretti ad utilizzare la scala dell'autopompa per accedere al terrazzo e domare il piccolo incendio, dato che la responsabile, una donna di 69 anni, si era barricata in casa

Nuovo orrore in via Fani: il marito morto in casa, lei lo brucia in balcone

Una notizia che ha dell'incredibile, quella che arriva da Roma, dove un uomo è stato dato alle fiamme sul balcone di casa ma solo dopo che, a detta della compagna ora indagata, era già deceduto.

Sono stati i fumi del piccolo incendio alimentato sul terrazzo di uno stabile sito al civico numero 60 di via Fani a far scattare l'allarme tra i vicini di casa della coppia durante la mattinata di ieri, domenica 3 maggio. Dopo le numerose segnalazioni, in zona Camilluccia si precipitano i vigili del fuoco, i carabinieri del comando compagnia Roma trionfale ed i colleghi del VII nucleo investigativo comando legione Lazio.

A barricarsi all'interno dell'appartamento incriminato e ad impedire agli operatori di accedervi una donna di 69 anni, tale Maria Carla M., che si scoprirà poi essere la compagna del defunto. I vigili del fuoco sono stati costretti ad estendere la scala telescopica in dotazione sull'autopompa per raggiungere il terrazzo e domare le fiamme, facendo così per primi il macabro ritrovamento.

Ad essere rinvenuto carbonizzato lo sloveno classse 1961 Boris Crnic, che conviveva con la 69enne nell'appartamento di via Mario Fani. Un'abitazione in cui fin da subito è emerso il forte stato di abbandono e degrado, coi carabinieri che si sono trovati a dialogare con una donna, accumulatrice seriale, in forte stato confusionale. "Era già morto, io gli ho dato fuoco", avrebbe raccontato la 69enne agli inquirenti quando le è stato domandato cosa fosse accaduto, come riportato da "Roma Today".

A seguito dei primi rilievi effettuati sul posto, e dopo essersi accertati dell'identità del defunto, i carabinieri hanno trasferito in auto la donna negli uffici della caserma di Monte Mario per proseguire con l'interrogatorio. Un'audizione durata alcune ore, dove la proprietaria dell'appartamento di via Mario Fani ha ribadito quanto affermato fin dall'inizio, fornendo ulteriori particolari sulla vicenda. A suo dire, infatti, il compagno era deceduto oramai da tempo e, molto probabilmente a causa dell'odore di decomposizione, aveva scelto di sbarazzarsi del problema dandogli fuoco sul balcone di casa.

Un racconto che pare aver trovato anche delle conferme da parte del medico legale dopo i primi esami condotti sul cadavere: una morte che pare risalire a circa un mese fa ed arrivata in modo non traumatico, visto che non sono stati rilevati segni di violenza.

Saranno però gli esami autoptici, disposti dal magistrato al policlinico Gemelli, a determinare le esatte cause del decesso del 59enne. La compagna, risultata in cura alla Asl per problemi di natura psichica, è finita dietro le sbarre del carcere di Rebibbia con l'accusa di distruzione e soppressione di cadavere.

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