Rossi divide in quattro Telecom Italia

Il presidente Rossi al «Giornale»: «Non cambia nulla» Titolo in flessione

da Milano

Alla fine si sono messi d’accordo. Il vicepresidente di Telecom, con deleghe esecutive, Carlo Buora e l’amministratore delegato Riccardo Ruggiero hanno trovato un’intesa. La struttura del gruppo di telecomunicazioni si riorganizza senza scossoni e Ruggiero resta. Già in mattinata il presidente Guido Rossi al Giornale aveva detto: «Non succede niente». Troncando così le indiscrezioni che erano circolate nelle ultime settimane su una possibile uscita di Ruggiero. Solo nel tardo pomeriggio arriva la comunicazione ufficiale. «Telecom Italia ribadisce - si legge in una nota - che verrà adottato un modello organizzativo funzionale alla più efficiente realizzazione delle linee strategiche della convergenza tra telecomunicazioni fisse, mobili, internet a banda larga e contenuti media».
In sostanza Telecom Italia viene spacchettata. Non proprio quello che aveva auspicato il suo ex numero uno, Marco Tronchetti Provera. Ma comunque una soluzione che va nella stessa direzione. L’idea iniziale era dividere societariamente le diverse aree di affari del gruppo di tlc. Dopo circa due mesi Rossi disegna una struttura molto simile dal punto di vista funzionale, ma senza spingere il piede sull’acceleratore della vera e propria separazione in società. Nascono dunque quattro divisioni. La prima che sovraintende la telefonia mobile dovrebbe essere affidata a Luca Luciani, oggi alle vendite. La seconda dovrebbe essere invece guidata dall’attuale responsabile della rete, Stefano Pileri, e sovraintenderà dunque all’accesso. Infine Massimo Castelli, che si occupa oggi del marketing, dovrebbe andare alla guida della telefonia fissa. Ancora da definire il numero uno della quarta divisione: grandi clienti.
Il principio che ispirò Tronchetti e che oggi ha guidato Rossi è quello di normalizzare il rapporto con i concorrenti. E nello stesso tempo portare su un terreno più distensivo il rapporto con le Autorità di controllo. Solo una settimana fa il beau geste del gruppo, di rinunciare agli aumenti fissati per il canone di telefonia fissa. E ieri un altro delicato assist alle Autorità per riprendere i fili del dialogo.
Dal punto di vista interno si è evitata la frattura. Buora e Ruggiero avevano fatto della convivenza una ragione d’essere, con Tronchetti alla guida dell’azienda. D’altronde il vicepresidente, divenuto esecutivo con l’arrivo di Rossi, è più uomo di finanza e di strategie che di gestione operativa. Mentre Ruggiero ha un profilo puramente di mercato. Nelle ipotesi di riorganizzaione circolate nelle settimane scorse si era invece parlato di una riduzione di ruolo per l’amministratore delegato.
Secondo la nota diffusa ieri ciò non avverrà. «Il modello organizzativo si basa sulla costituzione di quattro business unit - si legge nel comunicato - alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato Ruggiero, il quale risponde al Vice presidente esecutivo Buora, in piena sintonia e secondo i criteri di trasparenza...». Ritorna quindi la «piena sintonia» tra i due uomini scelti da Tronchetti.

Non è escluso che nelle ultime ore proprio l’ex numero uno di Telecom (e oggi attraverso Pirelli suo maggiore azionista) non abbia svolto un ruolo di mediazione per evitare la frattura nella linea di management da lui nel passato scelta.
Ieri i titoli della scuderia hanno fatto segnare il passo. Le azioni ordinarie Telecom hanno infatti registrato un arretramento dell’1,2 per cento a quota 2,26 euro.

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