La prima Ru486 è senza ricovero: aborto facile

BariLa pillola è stata consegnata alle 10.30. E due ore dopo è stata somministrata a una donna di 25anni ricoverata al Policlinico di Bari: così, nella tarda mattinata di ieri, è stato eseguito il primo aborto chimico in Italia anche se per la verità qui, nel secondo ospedale del Sud, la sperimentazione era stata avviata già dal 2006 su circa duecento pazienti. «Non ho voluto ripetere l’esperienza dell’anestesia e della sala operatoria», dice la 25enne, sposata e madre di un figlio, che in passato ha subito un aborto spontaneo. «Si è trattato – prosegue - di una scelta obbligata perché fisicamente non potevo sostenere un’altra gravidanza; non capisco tutto questo clamore, se lo avessi immaginato sarei andata in Francia», dichiara. «Non è facile – aggiunge – decidere di interrompere la gravidanza, per me è un momento molto triste, essere mamma è un’esperienza bellissima, ma non potevo fare diversamente, ho solo salvaguardato la mia salute».
La donna avrebbe dovuto rimanere nella prima clinica ostetrica del Policlinico di Bari per altri due giorni ma invece ha deciso di firmare la liberatoria ed uscire d’ospedale. Cosa che ha fatto in serata. «Dopo la somministrazione dell’Ru486 - ha spiegato il medico - è libera di farlo, mette una firma e va via. Noi non la possiamo trattenere; deve però ritornare dopo 48 ore per la somministrazione del medicinale per completare il ciclo terapeutico. Altrimenti rimane incompleto l’iter dell’aborto medico», ha spiegato Nicola Blasi, il medico che ha seguito la «paziente».
Secondo un protocollo messo a punto dalla direzione generale dell’ospedale, la paziente deve sottoporsi a un check-up completo per escludere eventuali complicazioni; inoltre a breve potrebbe essere potenziata l’equipe che si occupa dell’aborto chimico in quanto si prevede un aumento delle domande: per questo sarà attivato un numero verde per raccogliere le prenotazioni. «Per noi – aggiunge Blasi, unico ginecologo non obiettore dell’ospedale – è normale l’uso di questa pillola e tutte le donne che hanno scelto il trattamento erano già informate».
In Puglia, però, non mancano le polemiche. E ieri, mentre veniva impiegato il farmaco, una decina di persone ha manifestato dinanzi alla clinica esponendo uno striscione: «Ru486, il veleno che uccide i bambini», c’era scritto.

Gli anti-abortisti, appartenenti alla comunità Giovanni XXIII, hanno scandito slogan e sono rimasti per alcuni minuti all’esterno; poi si sono allontanati e nell’ospedale la situazione è tornata alla normalità.
Dalla prossima settimana la Regione Puglia, guidata dal neo confermato governatore Nichi Vendola, leader nazionale di Sinistra ecologia e libertà, metterà a disposizione la pillola abortiva in tutte le Asl pugliesi.

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