Talvolta, è inutile negarlo, la giustizia appare ingiusta. Capita non di rado, infatti, di assistere a condanne miti per reati odiosi e ad altre eccessivamente severe per violazioni di poco conto. Casi che il garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni non si stanca di segnalare. Come quello di Carlo Z., un uomo di 64 anni residente a Bellegra che deve scontare quattro mesi di carcere per un furto di corrente elettrica risalente al 2004. A causa di questa vecchia storia Carlo Z. dovrà trascorrere il Natale a Rebibbia. La sua condanna risale a cinque anni fa: quattro mesi dietro alle sbarre perché ritenuto colpevole di aver rubato corrente elettrica per la propria abitazione collegando un filo volante ad un palo dell'illuminazione pubblica. Le manette sono scattate soltanto lo scorso 3 settembre, quando la condanna è divenuta definitiva, e il fine pena è previsto il 3 gennaio del 2010. Fino a quella data Carlo Z. dovrà rimanere in cella, nonostante le sue precarie condizioni di salute (ha gravi problemi alle gambre e ai reni, ndr), che venerdì gli hanno addirittura impedito di incontrare i collaboratori del Garante perché i dolori gli impedivano di camminare.
«In poche settimane questo è il terzo caso surreale di cui siamo costretti ad occuparci - sostiene il Garante Angiolo Marroni - prima il barbone arrestato in ospedale perché doveva scontare tre mesi per il furto di un pezzo di pane da un supermercato, poi l'anziano ultrasettantenne di Anzio accusato di occupazione abusiva di spiaggia con gli ombrelloni, infine questo furto di corrente. Tutte storie che hanno due denominatori comuni: l'età elevata di chi finisce in carcere e la sproporzione fra reato commesso e pena comminata. Non credo che questi anziani fossero pericolosi per la società».
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