Il sì al bilancio? Arriva col trucco

Sarà stata la voglia matta di partire per le vacanze, tant’è che ieri mattina, alle 7.15 in punto, la pratica era bella che archiviata: il consiglio regionale, con 39 voti favorevoli e 15 contrari, ha detto sì all’assestamento di bilancio. Un provvedimento che prevede nuovi investimenti per la casa, rafforza il reddito minimo garantito, mira ad accelerare i trasferimenti dei crediti vantati dalle imprese, oltre a comprendere nuove opere pubbliche. Un panorama di virtù con espediente incorporato: per tagliare l’ambìto traguardo, si è fatto ricorso a un famigerato maxiemendamento. Che, in pratica, ha fagocitato quelli precedenti, cancellando i correttivi proposti dall’opposizione. Scaraventando in un cespuglio di rovi il lavoro di molti consiglieri, interessati a dare al Lazio che verrà un assetto migliore di quello immaginato dalla sinistra.
La manovra, così com’è stata disegnata, ha comunque un duplice obiettivo: da una parte quello di proseguire l’azione di risanamento degli ultimi anni, dall’altra quello di rilanciare lo sviluppo socio-economico del territorio. Facciamo qualche esempio: gli interventi più consistenti riguardano le politiche per la casa, con il sostegno al programma decennale (2009-2018) di edilizia popolare contenuto nel fresco «piano casa». Lo stanziamento complessivo è di 635 milioni di euro, a cui si aggiungono risorse per l’edilizia agevolata (+97 milioni di euro) e per fronteggiare l’emergenza abitativa a Roma (+62,5 milioni). Stanziamenti anche per il reddito minimo garantito a cui sono destinati 135 milioni nel triennio 2009-11 e per lo stesso periodo un aumento di 45 milioni di euro per il fondo socio-sanitario a sostegno dei disabili e degli anziani. Risorse aggiuntive, tra l’altro, sono destinate a incentivare il prestito d’onore e alle borse di studio (+2,5 milioni nel 2009) e alla campagna di vaccinazione anti-papilloma virus (+5 milioni di euro nel biennio 2009-10).
Sulla carta, insomma, tutto rose e fiori. Non la vede così l’opposizione, secondo cui i punti interrogativi abbondano. Il primo a insorgere è Fabio Armeni, fresco di nomina alla guida del gruppo regionale di Forza Italia per il Pdl. «Solo un anno fa - ricorda - la maggioranza disse che non avrebbe più utilizzato un maxiemendamento per approvare il bilancio regionale. Ma i fatti li mettono al palo e dimostrano la totale mancanza di rispetto che hanno nei confronti della democrazia». Poi la critica dalla procedura si sposta al merito: «È un assestamento disomogeneo e che non dà priorità alle reali necessità del territorio. Le risorse si disperdono in mille rivoli e l’unica certezza è la volontà di accontentare qualcuno in vista delle prossime elezioni».
Ricorre a un giro di parole efficace Romolo Del Balzo, consigliere del Pdl: «La manovra approvata - chiosa - è un bilancio politico-amministrativo che non segna un assestamento ma piuttosto un dissesto». Di «manovra senza respiro che marca la grama esistenza di una maggioranza priva di aspettative» parla il consigliere del Pdl Antonio Cicchetti. E Aldo Forte dell’Udc lo definisce «un collage di interventi spot, un provvedimento che contiene una serie di norme ad personam».

Chiude Bruno Prestagiovanni, vicepresidente del consiglio regionale del Lazio del Pdl: «La manovra - afferma - si è rivelata un provvedimento debole e inefficace. Ancora una volta non vengono mantenuti gli impegni in materia di sanità, trasporti e ambiente e rimangono irrisolti i temi che maggiormente affliggono i cittadini».

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