«Sabrina per alcuni giorni nascose il diario di Sarah»

TarantoAvrebbe trovato un diario segreto di Sarah, ma non lo avrebbe consegnato subito agli investigatori. Al contrario: lo avrebbe conservato e solo alcuni giorni dopo lo avrebbe affidato ai carabinieri di Avetrana. É questa l’ultima ombra su Sabrina Misseri, arrestata insieme al padre Michele con l’accusa di aver ucciso Sarah Scazzi, 15 anni, attirata in una trappola mortale, strangolata con una corda e gettata in un pozzo. L’ultimo tassello finito nell’inchiesta della Procura è affiorato dagli interrogatori di persone informate sui fatti. Secondo quanto emerso dalle indagini il ritrovamento del diario risalirebbe al 27 agosto, un giorno dopo la scomparsa di Sarah. Sabrina – è la ricostruzione all’esame degli inquirenti – avrebbe deciso di non consegnarlo perché in quelle pagine c’è il nome di Ivano, il ragazzo di cui lei era invaghita e che piaceva anche alla cugina. E proprio Sabrina avrebbe inviato un sms al giovane per avvisarlo.
Ieri è tornata negli uffici della Procura Concetta Serrano Spagnolo, la madre di Sarah. La donna è stata ascoltata per cinque ore dal sostituto procuratore del tribunale di Taranto, Mariano Buccoliero. Sul contenuto del colloquio c’è il massimo riserbo, ma secondo indiscrezioni il pm si sarebbe soffermato su quanto avvenuto nei minuti immediatamente successivi al primo allarme e in particolare sul comportamento di Sabrina. I riflettori degli investigatori sono puntati su alcuni dettagli ben precisi: verso le 15, circa venti minuti dopo l’omicidio, proprio Sabrina, dopo aver fatto un paio di volte il giro dell’isolato per cercare la quindicenne, tornò a casa di Concetta; la donna stava per entrare in macchina per andare ai carabinieri e denunciare la scomparsa di Sara, e disse alla nipote di avvisare i genitori. Ma lei rispose che non erano in casa, parole che contrastano con le dichiarazioni fatte successivamente agli inquirenti quando disse invece che la madre dormiva mentre il padre tentava di far partire il trattore.
L’inchiesta non è conclusa, ma l’impressione è che sia approdata a una fase decisiva. A breve, forse entro la settimana, dovrebbe esserci i primi risultati degli accertamenti tecnici irripetibili dei carabinieri del Ris: gli esperti hanno esaminato il telefono cellulare e i resti bruciati dei vestiti di Sarah, il portabagagli della Seat Marbella che sarebbe stata utilizzata da Michele Misseri per trasportare il cadavere e due frammenti di corda che potrebbe essere l’arma del delitto; inoltre, i carabinieri dovrebbero riuscire ad accertare se sia stata commessa violenza sessuale sul cadavere come in un primo momento dichiarato da Michele Misseri. L’agricoltore ha annunciato di voler ritrattare questa parte della confessione e forse la settimana prossima potrebbe essere nuovamente ascoltato in un incidente probatorio con il quale gli inquirenti sperano di blindare le sue rivelazioni, che a quel punto avrebbero valore di prova.

Nel frattempo la procura ha aperto un’inchiesta sul mercato delle foto e un ingegnere, consulente di uno studio legale, è indagato per aver tentato di vendere al Tg2 per ottomila euro alcuni scatti del garage dove è stato compiuto l’omicidio.
Intanto ieri l’Ordine forense di Taranto ha convocato tutti gli avvocati per verificare se siano state rispettate le regole deontologiche.

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