Sabrina in cella perché «può ammazzare ancora»

TarantoSabrina Misseri, 22 anni, poptrebbe uccidere ancora. Per questo deve rimanere in carcere. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Taranto. I giudici hanno depositato le motivazioni con le quali nei giorni scorsi era stata respinta la richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare presentata dalla difesa: si tratta di 54 pagine in cui viene accolta l’impostazione del gip Martino Rosati, non solo per quanto riguarda l’inquinamento delle prove, ma anche la reiterazione del reato. «Emerge il concreto e attuale pericolo che Sabrina commetta delitti della stessa specie». E ancora: i magistrati spiegano che la 22enne ha «slealmente carpito» la buona fede di Sarah e ha ucciso per gelosia.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti Sabrina il 26 agosto scorso strangolò la cugina Sarah Scazzi ad Avetrana perché non sopportava che la vittima avesse una simpatia per Ivano, che piaceva tanto anche a lei. Contro questa ragazza di 22 anni che continua a proclamarsi innocente ci sono le testimonianze dell’amica Mariangela, che l’ha smentita in diversi punti sulla ricostruzione di quel pomeriggio di follia e morte, ma soprattutto ci sono le dichiarazioni del padre, Michele Misseri. Il quale ha confermato le accuse durante l’incidente probatorio di venerdì, quando ha ripetuto che a uccidere fu la figlia mentre lui nascose il cadavere. Le sue rivelazioni avranno valore di prova nel processo. In ogni caso le indagini non sono ancora concluse. In particolare gli investigatori vogliono approfondire alcuni aspetti che riguardano i tempi: il sospetto è che Sarah sia stata assassinata tra le 14 e le 14.23, mentre il telefono cellulare della cugina era inattivo; inoltre, rimangono i dubbi su quanto avvenuto subito dopo il delitto e su eventuali complicità.
Michele Misseri ha sempre detto di aver nascosto il cadavere da solo. E ha ripetuto che la moglie, Cosima, in quel momento stava dormendo e non si è accorta di niente, una versione che su questo punto non convince gli avvocati della famiglia Scazzi. L’agricoltore è accusato anche di sottrazione di cadavere: ecco perché non viene presa in considerazione l’ipotesi di una sua imminente scarcerazione o di un’attenuazione della misura cautelare con la concessione dei domiciliari, forse in un convento.

Ieri nel tardo pomeriggio ennesimo «piccolo» colpo di scena. Cosima Serrano, moglie di Michele, accompagnata dalla figlia Valentina si è presentata dai carabinieri lamentandosi delle condizioni in cui ha trovato il marito in carcere.

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