Dopo San Siro Corsi e ricorsi bianconeri

TorinoE se la Juventus di Antonio Conte facesse il double? Possibile, non ancora probabile. Fatto sta che i bianconeri hanno un piede in finale di Coppa Italia e, con una partita da recuperare, un punto di vantaggio in campionato. In più: il Milan appare cotto ed è comunque azzoppato da infortuni e squalifiche, mentre la Juve sprizza salute ed entusiasmo da tutti i pori al punto che, chiunque giochi, il prodotto non cambia quasi mai. «Se la squadra funziona anche quando cambia otto giocatori da una partita all'altra, significa che c'è un'organizzazione che funziona - ha spiegato Chiellini -. Se catapulti un giocatore nuovo in un contesto disorganizzato, l'esito è un disastro: qui invece sanno tutti cosa fare». Anche Padoin e Caceres, subito a loro agio nonostante i pochi allenamenti con i compagni.
Applausi, insomma. Con tanti saluti alla prudenza. E invece con una strizzata d'occhio alla storia e a certe coincidenze che potrebbero preludere a una sbornia di felicità. Appena sedutosi sulla panchina della Signora, Antonio Conte è infatti in corsa per emulare Marcello Lippi: il tecnico poi diventato campione del mondo vinse infatti campionato e coppa Italia al primo tentativo, nella stagione di grazia 1994-95. Per la cronaca, la Signora non vinceva il tricolore da nove anni: gli stessi che, al netto di calciopoli e dell'era Capello, sono passati dall'ultimo scudetto (2002-03) riconosciuto dalla Federazione. Se poi due analogie possono ancora non bastare, la terza riguarda più direttamente gli allenatori: sia Lippi che Conte si sono seduti sulla panchina della Juventus dopo avere fatto gavetta ai margini dell'impero.

Lippi, appunto, ha vinto subito: Conte è su quella strada e i due non hanno mai nascosto di stimarsi reciprocamente. Il giocattolino bianconero, insomma, non solo funziona dentro il campo ma recepisce segnali interessanti anche al di fuori.

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