Nicola Porro
nostro inviato a Shanghai
«Solo un anno fa - dice Corrado Passera, numero uno di Banca Intesa e candidato a guidare anche SanIntesa - nessuna delle prime due banche italiane era tra le top quindici nelleuro zona. Adesso sono addirittura due le banche italiane tra le prime quattro nella stessa area». In una missione italiana in Cina in cui si fa a gara nel gridare il nostro ritardo alla corsa delloro cinese, il tono del banchiere è apparso più sobrio e ottimistico.
Solo poco prima il premier Romano Prodi aveva chiesto alle banche più coraggio nellassunzione di rischio nel capitale delle imprese italiane: più sforzi, insomma, dal settore creditizio. «Un invito - ha riconosciuto Luca di Montezemolo - che certo non riguarda Intesa». E, a stretto giro, Passera: «La nostra responsabilità di banca va oltre il credito. È necessario anche lapporto di capitale. Quante operazioni non si sarebbero fatte senza il nostro apporto di capitale di rischio? E spesso senza neanche una way out, sul modello tipico dei fondi di private equity». Un invito arrivato anche dal presidente dellAbi, Corrado Faissola: «È opportuna unevoluzione delle politiche di presenza in questo Paese, che siano maggiormente fondate su strategie di partecipazione diretta al capitale degli intermediari cinesi».
«Celebriamo i 25 anni del nostro gruppo in Cina», ha detto soddisfatto Passera. Nei quali la banca ha assistito in vario modo Piaggio, Zegna, Carraro e Brembo per citare solo alcuni. I primi ad arrivare. E vedere quella foto in bianco e nero che mette in fila su tre poltrone i due Monti (Antonio e Innocenzo) ad e presidente di Comit, e il rappresentante cinese di Bank of China dà lidea di quanto fossero diverse la Commerciale - poi assorbita proprio da Intesa - e la Cina di solo un quarto di secolo fa. «Il Pil cinese - ha ricordato Passera - era un quinto di quello italiano, più o meno pari a quello della Lombardia. In questi anni abbiamo apprezzato la crescita del Paese, ma anche compreso le difficoltà». E ora la Cina è diventata la quarta economia del mondo. «Il settore privato - si legge nel rapporto del Servizio studi e ricerche di Banca Intesa - riveste ormai unimportanza maggiore rispetto al settore delle imprese statali».
«La nostra fusione tra pari con il Sanpaolo - ha detto Passera, proprio nel momento in cui in sala entrava Pietro Modiano, prossimo direttore generale vicario della SanIntesa - ha come priorità fondamentale proprio linternazionalizzazione del gruppo; fornire un servizio migliore al di fuori del mercato italiano». Ancora sul matrimonio, Passera ha insistito: «Come sistema Italia ci siamo dati da fare. Si sono messe insieme due delle più belle banche e non perché fossero in difficoltà, ma per contribuire anche alla crescita delle nostre imprese. La fusione tra i due istituti sarà molto più che la semplice somma aritmetica delle due parti». Riguardo ai tempi del matrimonio, le tappe sono forzate. È stato avviato il processo autorizzativo in Banca dItalia, la cui conclusione è attesa per metà ottobre, ha detto Passera.
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