Sarah, spunta un teste: "La ragazza era vicino alla casa della cugina"

Il giallo di Avetrana. Un ragazzo ha incrociato per strada la quindicenne poco prima della scomparsa: "Camminava tranquilla, non c’era nulla di strano". Interrogato per nove ore un amico, forse l'uomo del quale lei si era invaghita

Sarah, spunta un teste: 
"La ragazza era vicino 
alla casa della cugina"

Taranto Dice di averla vista mentre camminava sul marciapiede, assicura di averla notata a circa 200 metri da casa della cugina, precisa che erano da poco passate le 14,30. Lui, un uomo di 30 anni, di Erchie, provincia di Brindisi, è il testimone spuntato nelle indagini sulla sorte di Sara Scazzi, 15 anni, scomparsa il 26 agosto ad Avetrana, piccolo centro a 45 chilometri da Taranto, dove per tutta la mattinata di ieri i sommozzatori si sono immersi nel fiume Chidro e nei canali delle campagne di questa fetta di Puglia nel tentativo di raccogliere almeno una traccia. Quel giorno il 30enne stava andando a mare e percorreva via Kennedy, verso la litoranea. Ha detto di non aver notato nulla di strano, la quindicenne camminava sul marciapiede, due-tre minuti prima di imboccare a destra via Raffaello Sanzio e poi svoltare a sinistra per via Deledda, dove l’attendeva la cugina.
I carabinieri lo hanno interrogato e le sue parole di fatto accorciano i tempi di questo rompicapo: il destino di Sara, si sarebbe infatti consumato in appena duecento metri.
Insomma, nuovi tasselli sembrano affiorare in un mosaico investigativo che presenta ancora numerosi lati oscuri anche se ormai gli inquirenti hanno pochi dubbi: Sara è stata rapita, probabilmente da qualcuno che conosceva. Per questo da giorni ormai si scava nella sua vita, quella reale e quella virtuale perché la quindicenne aveva quattro profili Facebook: uno lo utilizzava direttamente con lo pseudonimo di Sarah Buffy, il nome della ragazza «ammazzavampiri» dalla doppia personalità di una serie televisiva americana. Per chattare la quindicenne andava alla biblioteca comunale, dove il direttore Luigi Schiavoni, conferma di averla notatat: spesso si sistemava dinanzi a un computer e navigava on line. Gli altri profili Facebook erano invece gestiti da un’amica.
Alle indagini partecipano gli esperti in ricerche informatiche della polizia, perché non è escluso che la chiave del mistero possa affiorare proprio dal web.
Nel frattempo proseguono gli interrogatori. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno sentito la cugina, Sabrina, e un suo amico che è stato ascoltato per nove ore. Gli investigatori stanno controllando i tabulati telefonici e sperano di poter esaminare a breve anche le immagini satellitari di Google maps. Inoltre, militari stanno tentando di tracciare un quadro preciso della personalità di Sara. I muri di Avetrana sono tappezzati dalle fotografie della quindicenne: nell’immagine utilizzata per le ricerche mostra un sorriso spensierato, ma in realtà introversa e malinconica. Spesso a scuola scoppiava a piangere, e sul muro dell’istituto alberghiero che frequenta a Maruggio c’è la scritta lasciata per Davide, un ragazzo più grande di due anni già fidanzato con un’altra: «Ti amo più della mia vita». Un amore non corrisposto. Lui la descrive come una persona timida e riservata. Si incontravano nei corridoi e al bar della scuola. «Ci salutavamo, ogni tanto scambiavamo quattro chiacchiere: come stai, che fai», racconta il diciassettenne. Il quale aggiunge: «Quando ho saputo della scomparsa – prosegue - ci sono rimasto male. Le ho mandato anche un messaggio su Facebook e ho scritto: “Ritorna al più presto, che ti stanno aspettando tutti quanti”».

Il ragazzo si sofferma sulla sorte di Sara: «All’inizio – racconta – ho pensato che fosse scappata, però è tanto che non torna, quindi non credo che sia fuggita. Se tornasse – spiega – le chiederei che cosa è successo, l’abbraccerei forte forte e poi passerei un po’ di tempo insieme».

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