Sarkozy-Merkel, l’idillio è già finito: si detestano

da Berlino

In pubblico lui la chiama Angela, lei lo chiama Nicolas e tra i due è tutto uno scambio di sorrisi, abbracci e baciamano. Ma dietro la facciata la realtà sarebbe diversa e, secondo più di un giornale tedesco, i rapporti tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy sarebbero tutt’altro che idilliaci. Sia sul piano politico che personale. Tanto che un quotidiano tedesco, il Rheinische Post, riferisce che uno stretto collaboratore di Sarkozy avrebbe pronunciato la seguente frase per spiegare come il presidente francese vede la Cancelliera tedesca: «Lei gli dà sempre di più ai nervi».
E perché? Intanto la Merkel, che secondo i suoi stessi biografi ha la memoria lunga e non perdona facilmente, non avrebbe ancora digerito lo sgarbo dell’Eliseo sulla vicenda delle infermiere bulgare liberate da Gheddafi. Chi conosce i retroscena, sa che il merito è dell’Unione europea che, durante la presidenza tedesca, su pressioni della Merkel, era riuscita a trovare un accordo per il rilascio. E invece all’ultimo momento ecco che arriva a Tripoli Cecilia Sarkozy, calatasi nei panni di chi è riuscito a far breccia nel cuore del duro Gheddafi. Un furto, uno scippo, si disse a Berlino.
Pochi giorni dopo, altro sgarbo. Sarkozy si accordò con Tripoli per la fornitura di un reattore nucleare costruito da una società francese in cui c’è una forte quota di capitale tedesco. E questa volta l’irritazione fu ancora più grande perché la Cancelliera ci fece la figura di chi era del tutto all’oscuro su una vicenda estremamente delicata: fornitura di tecnologia nucleare ad un Paese che non è proprio al di sopra di ogni sospetto.
Secondo i giornali tedeschi, durante uno dei tanti vertici, la Merkel avrebbe espresso il suo disappunto per le cadute di stile del neo presidente, suscitando però l’insofferenza di Sarkozy che, da buon francese, è abituato a dare lezioni, non a riceverle. Suscettibilità personali, ma sopratutto contrasti politici. Durante uno degli ultimi vertici allargati, il ministro delle Finanze tedesco, Steinbrück, avrebbe criticato la politica finaziaria di Parigi perché troppo poco inpegnata a raggiungere gli obiettivi di risparmio fissati dall’Unione europea. Sempre secondo la stampa tedesca, Steinbrück sarebbe stato molto esplicito nel formulare il suo punto di vista tanto che Sarkozy gli avrebbe risposto: «Cosa le viene in mente di rivolgersi a me con questo tono!». Ma ciò che avrebbe irritato di più Sarkozy è il fatto che la Merkel avrebbe difeso a spada tratta il suo ministro.
Altro terreno di scontro: il nucleare. Tema carico di insidie per la Cancelliera perché la sua coalizione è composta da due partiti di cui uno, il suo, è a favore delle centrali atomiche, mentre l’altro, il socialdemocratico, ne sollecita la chiusura; e tenerli insieme quando si discute di nucleare richiede sforzi acrobatici. Con scarso riguardo per le difficoltà del principale alleato, Sarkozy insiste perché al centro del piano per ridurre la dipendenza energetica dell’Europa, che sarà varato prossimamente, ci sia lo sviluppo del nucleare. Una fuga solitaria che mette in difficoltà la coalizione, che prima o poi dovrà pronunciarsi.
Per non parlare di quella volta che Sarkozy propose Tony Blair come futuro presidente dell’Unione europea, pur sapendo che per la Germania, che si batte per l’integrazione politica dell’Unione, l’idea di un inglese al vertice dell’Europa è come il fumo negli occhi.

L’elenco dei punti di attrito nel cosiddetto asse Parigi-Berlino potrebbe continuare a lungo: le rivalità nel progetto franco-tedesco per la costruzione dell’Airbus, le manovre di Sarkozy per estromettere la Siemens da un nuovo colosso energetico che dovrebbe nascere in Francia, i contrasti sul ruolo della Banca europea. Solo la facciata continua ad essere idilliaca. Caro Nicolas, cara Angela.

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