Scuola, all’istituto professionale il diploma si ottiene in 4 anni

La riforma della Lombardia. Il governo ritira il ricorso contro la legge studiata dal Pirellone. Dal 2011 via alle nuove regole contro gli abbandoni scolastici

Pace fatta sulla scuola: governo e Regione Lombardia seppelliscono l’ascia di guerra. Il ministro all’Istruzione Maria Stella Gelmini e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, hanno sottoscritto un accordo per dimenticare i contenziosi del passato. Che tradotto in termini pratici significa: via libera alla riforma lombarda sulla scuola. Quella stessa riforma studiata in ogni minimo dettaglio dai tecnici del Pirellone ma chiusa in un cassetto dopo il ricorso presentato dal governo alla Corte costituzionale.
Finalmente sono state sciolte tutte le riserve e si può partire. Dall’anno scolastico 2010-2011, gli studenti potranno ottenere il diploma professionale in quattro anni. Solo quelli interessati a frequentare l’università dovranno iscriversi a un quinto anno integrativo. Un bell’antidoto contro la dispersione scolastica. «Abbiamo corsi di laurea - considera il ministro Gelmini - che sfornano disoccupati. Invece i corsi professionali hanno uno sbocco diretto nel mondo del lavoro». Al quarto anno gli studenti potranno decidere il da farsi: cominciare a spedire curriculum per cercare un’occupazione, frequentare stage nelle piccole e medie imprese della zona, o proseguire con gli studi. Il quinto anno dietro ai banchi, sarà realizzato d’intesa con le università e con l’alta formazione artistica e musicale per far sostenere ai ragazzi il classico esame di maturità.
«La Lombardia - sostiene il presidente Formigoni - da tempo si è spinta avanti per trasformare il sistema. È nostro dovere avere scuole che diano il massimo della qualificazione e corsi personalizzati per i giovani. Vogliamo garantire una libertà di scelta vastissima».
Ridurre di un anno il percorso di studi di chi ha scelto l’istituto professionale significa, secondo l’assessore all’Istruzione Gianni Rossoni, «non precludere nessuna strada ai ragazzi». Grazie a un accordo con Confartigianato si studieranno le reali possibilità di lavoro per i neo diplomati del 2014. Partirà già dall’anno prossimo la sperimentazione per unificare il sistema dell’istruzione professionale statale con la formazione professionale regionale. La direttrice dell’ufficio scolastico regionale Anna Maria Dominici riunirà presto i presidi degli istituti professionali statali e regionali per illustrare la riforma e studiare a tavolino il da farsi.
In Lombardia gli istituti professionali sono 170: «Sui 40mila studenti che li frequentano - fa i conti l’assessore Rossoni - la dispersione scolastica è pari al due per cento, una percentuale già ridotta rispetto a quella delle altre scuole superiori».
Percorsi di studio mirati e più brevi vorrà dire ancora meno abbandoni, in un Paese in cui, come sottolinea la stessa Gelmini «la dispersione scolastica è ancora un problema molto serio».
La decisione del governo di ritirare il ricorso alla corte costituzionale contro la legge lombarda, ai tempi giudicata illegittima, piace anche al Pd: «Così - spiega il consigliere Carlo Spreafico - si pone fine a un periodo di conflitto istituzionale nato dall’opposizione della Regione contro il governo Prodi».

Non mancano però le polemiche da parte dell’opposizione: «Rimangono aperti alcuni problemi - aggiunge l’esponente del Pd - come l’indeterminatezza di risorse e di standard formativi adeguati». Ci sarà tempo per discuterne.

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