Scuola, la dislessia colpisce 6mila studenti

Scuola, la dislessia colpisce 6mila studenti

Soffrono di dislessia, hanno difficoltà nel calcolo e nella scrittura. Ed hanno bisogno di assistenza per poter stare al passo con il programma scolastico e con gli altri compagni di classe. Sono gli studenti affetti da disturbi di apprendimento: un popolo di 50mila ragazzi in Lombardia, di cui oltre 6mila a Milano. Per loro la media scolastica non è questione di studio e basta. No, prendere appunti è un problema, seguire la spiegazione idem e scrivere le sequenze di numeri nelle espressioni matematiche è quasi impossibile da soli.
Per avere un docente di sostegno i ragazzi con problemi di apprendimento devono presentare alla direzione un certificato con la diagnosi dei disturbi. E per avere il certificato aspettano dai 6 mesi a un anno, a seconda che si rivolgano a una struttura sanitaria o pubblica. Roba che l’anno scolastico fa in tempo ad iniziare e a finire. Le liste d’attesa per le visite sono lunghe, molto lunghe, sia negli ospedali pubblici sia in quelli privati.
Occorre accelerare i tempi e l’Ordine degli psicologi avanza una proposta alla Regione Lombardia: ridurre da tre a uno i medici che devono provvedere al controllo. In questo modo la diagnosi arriverebbe prima (e l’insegnante di sostegno pure) e si risparmierebbero parecchie risorse semplificando l’iter. In più, i genitori che si rivolgono al privato per far visitare il figlio dislessico non dovrebbero più reperire da soli la squadra di medici come invece accade ora. E anche il risparmio economico sarebbe notevole.
Oggi infatti la diagnosi dei disturbi di apprendimento viene effettuata da un’equipe composta da tre professionisti: lo psicologo, il neuro-psichiatra infantile e il logopedista. Occorre la firma di tutti e tre i camici bianchi perché il certificato da presentare al preside della scuola sia valido. «Così - contestano gli psicologi lombardi - Regione Lombardia penalizza le famiglie degli studenti». Ma il Pirellone non intende cambiare le regole. A confermare la posizione della direzione sanitaria lombarda è una circolare firmata dal dirigente Luca Merlino e inviata al direttore dell’ufficio scolastico Giuseppe Colosio e ai direttori di istituti privati e ospedali. La richiesta degli psicologi viene di fatto rimbalzata e si prosegue a lavorare con le équipe multi professionali.
«La posizione di Regione Lombardia - spiega Carlotta Longhi, segretario dell’ordine degli psicologi lombardi - è penalizzante e illogica. Noi proponiamo una soluzione alternativa sia per eliminare l’inutile e ingiusto aggravio di tempi e costi per le famiglie, sia per ovviare alle difficoltà tecniche insorte per i professionisti, dal momento che sono estremamente rare le equipe multidisciplinari di quel tipo sul territorio lombardo e nazionale».
La proposta, analoga a quella espressa da Airipa (associazione italiana per la ricerca e l’intervento nella psicopatologia dell’apprendimento) è semplificare le procedure, con visite fatte da un solo psicologo o neuro psichiatra. Velocizzare i tempi delle visite permetterebbe agli istituti scolastici di organizzarsi meglio per reclutare gli insegnanti di affiancamento, obbligatori per «garantire una didattica individualizzata e personalizzata».


Secondo gli psicologi i tempi di attesa di adesso rappresentano «un eccessivo onere dal punto di vista cognitivo, emotivo e sociale per i ragazzi e le loro famiglie, nonché un aggravio economico valutabile fino al 100 per cento in più rispetto alla prassi precedente».

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