Perché diamine pare così svogliato Gianni Alemanno nel fare il sindaco di Roma? Nel 2008 aveva assunto la carica con entusiasmo e aveva promesso alla città gioie e piaceri. Invece, è la solita metropoli dolente e antimoderna. Vivo a Roma da sempre, sindaco, e vedo a occhio la piega che prendono le amministrazioni anche solo a metà cammino. Ho l’impressione che lei non provi più gusto nel suo lavoro. La vedo troppo distratto dalla politica nazionale per lasciare un’impronta come sindaco. Pensa già alle primarie del Pdl per sostituire, se le riesce, il Cav nel 2013.
I quotidiani registrano di continuo sue dichiarazioni, talvolta studiatamente polemiche. Il Berlusca deve fare un passo indietro, la Lega deve tornare in Val Brembana, la soave Minetti è l’emblema del bunga bunga, Tremonti il simbolo del male. Insomma, lei piroetta come Rosy Bindi, che però non ha un tubo da fare. Dovrebbe invece avere gli occhi fissi su Roma. Le ricordo, non per mortificarla, che - con tutti i loro limiti - i suoi predecessori, Rutelli e Veltroni, lavorarono per la città senza farsi distrarre dalle sirene politiche i primi cinque anni e ugualmente per un paio d’anni dopo la rielezione. Poi - ma solo poi - furono afferrati dalla stessa brama per Palazzo Chigi che lei manifesta oggi precocemente. E si sa com’è andata. Non pensa, signor sindaco, che mostrarsi così legato alla politica nazionale, la indebolisca agli occhi della città?
Sorge il dubbio che lei abbia in cuor suo già rinunciato a ripresentare la candidatura nel 2013, cosa mai avvenuta a Roma da quando c’è l’elezione diretta del sindaco. Ma così facendo, tanto i poteri forti romani, quanto i comuni elettori, cominceranno a voltarle le spalle da subito e a pensare al successore. Il quale, se tanto mi dà tanto, non sarà certo del centrodestra vista l’incostanza dimostrata dal primo sindaco di questo schieramento dopo decenni. In sostanza, Alemanno, al di là dei suoi destini personali, che può perseguire come meglio crede, non pensa che l’eccessiva politicizzazione dei suoi comportamenti azzopperà per lustri il Pdl romano? Che lei abbia la testa altrove è confermato dal fatto che già si fanno i nomi dei suoi successori. Dicono che voglia al Campidoglio, in sua vece, l’attuale ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. In alternativa, si parla del suo vicesindaco, Sveva Belviso, bella, brava e ben ammanicata col mondo cattolico, ma semisconosciuta. Secondo me, fate i conti senza l’oste, che è l’elettore.
Il quale, signor sindaco, se pensa di essere stato snobbato da lei, non seguirà certo le sue indicazioni, ma guarderà altrove. Mi chiedo perché tenga il piede in due staffe, quella dell’amministratore romano e quella del politico dalle ambizioni più alte. Probabilmente, teme di rimanere incastrato nella crisi del berlusconismo. Cioè dice: se il Cav crolla nell’elezione 2013,sarò travolto con lui e non sarò rieletto sindaco. Dunque, meglio anticipare gli eventi, riottenere il seggio in Parlamento e tentare di avere una primazia nel Pdl. Cioè, rovesciando il motto di Cesare: meglio primino in Italia che secondo a Roma. Questo fiacco opportunismo, sindaco, fa torto alla sua storia di combattente. Innanzitutto, parlare oggi di sconfitta del Pdl, è vendere anzitempo la pelle dell’orso. In ogni caso, lei poteva- e può- perfettamente scindere i suoi destini dai guai del centrodestra. Infatti, se volesse ancora diventare un sindaco con i fiocchi, sarebbe di certo rieletto, anche in caso di tracollo del Pdl.
Agisca però in fretta, ingegner Alemanno. Fin qui, il bilancio non è dalla sua parte. Le faccio grazia dello scandalo Parentopoli - parenti, amici e camerati, diciamo il suo mondo, infilati nelle municipalizzate - perché so che lei ha peccato di ingenuità, ma senza dolo. Al contrario, promesse mancate e qualche rodomontata, sono addebitabili solo a lei. Doveva trasferire i campi rom oltre il raccordo anulare. Poi, ha scoperto che laggiù non c’era più posto perché erano già sorti da anni nuovi quartieri. Così, mi perdoni, ha fatto il gioco delle tre carte.
Con pifferi e tamburi, ha spostato i campi. Tre giorni dopo, eccoli di nuovo lì, dieci metri più in là. Aveva garantito più sicurezza. Si sono invece - come non mai - moltiplicati i delitti. Non è colpa sua, perché non spetta a lei amministrare l’ordine pubblico. Ma ci ha imbastito la campagna elettorale, come l’imbonitore napoletano De Magistris, pur sapendo che nulla in materia dipendeva da lei e la sua attendibilità è stata compromessa. Come le è poi venuto, benedett’uomo, di annunciare agli abitanti della degradata Tor Bella Monaca - che non lo avevano mai chiesto - la faraonica distruzione e ricostruzione del quartiere, sapendo che non ne avrebbe fatto nulla?
O di sbandierare l’impossibile Grand Prix di Formula 1 all’Eur consapevole, che avendo l’Italia già il Gran Premio di Monza, il regolamento lo vieta? Ora, Alemanno, la sua strada è obbligata.
Faccia dimenticare ai romani questi irritanti diversivi e si concentri sui problemi veri: auto di traverso, triple file, assenza e menefreghismo dei vigili, sporcizia dilagante e gli altri ovvi bisogni della metropoli che le è affidata. Smetta, insomma, di fantasticare su Palazzo Chigi e pensi al Campidoglio. Se no, perde l’uno e l’altro e riparte da zero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.