Qual è il peso sull'alleanza prodiana delle forze antagoniste con spiccato spirito antiisraeliano e antiamericano? Non promettono nulla di buono i pregiudizi ripetutamente espressi contro la nazione guida dell'Alleanza atlantica e contro lo Stato d'Israele simbolo di democrazia assediata. Se i massimalisti si insediassero al governo, provocherebbero inevitabilmente l'allontanamento dell'Italia dalla comunità occidentale.
A giudicare da alcune dichiarazioni comuniste, se ne deduce che l'antiisraelismo e l'antiamericanismo non solo hanno un peso nel governo, ma potrebbero in alcuni casi risultare decisivi. Oliviero Diliberto, già distintosi per avere imputato al presidente degli Stati Uniti «mani grondanti di sangue», ha aggravato il suo tic ponendo il veto a Emma Bonino come ministro della Difesa. A suo parere l'esponente radicale, nota nel mondo per le missioni di pace e la difesa dei diritti umani, sarebbe la candidata delle «potenti lobby filoamericane», che effettuerebbero pressioni a favore di una donna che è «favorevole alla guerra e contraria al processo di pace israelo-palestinese».
Tanta è la volgarità di tale fantasticheria che non merita alcun commento. Non si deve invece sottovalutare l'ipotesi che, se il veto comunista dovesse funzionare, ci si troverebbe di fronte a un governo prigioniero dei laudatores del dittatore cubano, tanto da proporre come ministro il castrista Gianni Minà. E non ci si potrebbe neppure meravigliare se in economia fosse battuta una strada simile con il rigetto demagogico della riforma voluta dal giurista Marco Biagi, assassinato nel 2002 dai terroristi rossi.
Ancora più gravi sono i segni di antiisraelismo di Rifondazione comunista, indice di una cultura politica che non è cancellata dalla presa di distanza diplomatica di Fausto Bertinotti. Ancora una volta si dimostra che il pregiudizio antiamericano e l'ostilità antiisraeliana vanno di pari passo: l'uno e l'altra sono il frutto delle stesse ideologie sconfitte nel XX secolo che pretendevano di abbattere i pilastri dell'Occidente, la democrazia politica, le libertà individuali e il libero mercato, per instaurare regimi politici diversi, più o meno ispirati al comunismo.
La vignetta apparsa sul quotidiano comunista che raffigura il muro di sicurezza israeliano come se fosse un lager nazista è stata giudicata dal presidente delle comunità israelitiche italiane, Claudio Morpurgo, come l'espressione di «schemi antiisraeliani e profondamente antiebraici», ed è stata bollata perfino dal deputato diessino Emanuele Fiano come «il più classico topos antisemita» che identifica nello Stato di Israele il nuovo nazismo.
D'altronde Rifondazione comunista non è nuova nei sentimenti antiisraeliani che pretendono di essere antisionisti ma in realtà rivelano un sotterraneo antisemitismo. Il professor Alberto Asor Rosa, indicato come ministro dell'università, quindi presunta espressione di valori culturali alti nel governo prodiano, è stato giudicato dalle comunità ebraiche come un cantore dell'antisemitismo avendo scritto di «razza ebraica», una «razza perseguitata che era divenuta razza guerriera e persecutrice», in quanto «Israele fa agli arabi quello che gli ebrei avevano patito dai nazisti».
Queste sono alcune delle minacce che incombono sul governo Prodi.
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