A Sesto vince il Pdl: "Conquistata l'ultima roccaforte"

Disfatta del Pd alle europee, Penati resiste con il 47,6%. De Corato: "Fallimentare il piano sulla sicurezza. Sorpasso storico nella ex Stalingrado d'Italia". Quattro Comuni tolti ai compagni, partite ancora aperte in otto città

«Un sorpasso storico». Il vicesindaco Riccardo De Corato, capodelegazione del Pdl a Palazzo Marino, sorride. E, lapidario, emette il verdetto: «Sesto è nostra». Sì, perché a Sesto San Giovanni il Pdl alle elezioni europee ha sbaragliato il Partito democratico. Novità assoluta dal Dopoguerra ad oggi. E la differenza tra i voti delle due coalizioni non è nemmeno di poco conto: due punti percentuali, il 31,78 per cento al centrodestra e il 29,81 per cento al centrosinistra. Ribaltate quindi le carte in tavola. «Ora anche l’ex feudo di Penati volta le spalle al centrosinistra e dunque non è più da considerare la Stalingrado d’Italia». Il comune alle porte di Milano cambia segno, almeno in parte. Il Pd vince solo alle provinciali: Filippo Penati si aggiudica il 47,6 per cento e Guido Podestà il 40,83 per cento. Cosa significa? Vuol dire che i cittadini di Sesto hanno il cuore orientato verso il Pdl, ma hanno comunque voluto premiare il loro concittadino Penati, ex sindaco. Questioni di buon vicinato, forse. Un risultato tutto da interpretare, che forse delude qualcuno. E pensare che Penati, per chiudere la sua campagna elettorale e tentare la riconferma in Provincia, aveva perfino scelto di giocare in casa, proprio nella Sesto San Giovanni che ha tradito la sua coalizione. Domenica, quando si è recato assieme alla famiglia a votare al seggio di via Falck, Penati pensava di incrociare solo sguardi amici. Eppure, già alle prime proiezioni della sera si è reso conto che qualcosa, anche a Sesto, era cambiato. Cosa ha spinto il comune a cambiare idea, a scegliere di abbandonare il titolo di roccaforte del Pd? «I cittadini dell’hinterland - sostiene De Corato - sono ormai insofferenti verso una fallimentare politica di sicurezza attuata dai rispettivi amministratori e guardano ormai a Milano e al Pdl come modello». «Altro fatto rilevante - gira il coltello nella piaga - è l’affermazione importante di Ignazio La Russa». Il titolare del dicastero della Difesa, unico ministro candidato alle europee, ha avuto un buon riscontro sia a Milano sia in provincia, Sesto compresa. Altra considerazione di rigore sul voto di Sesto: il miglior risultato conseguito dalla Lega Nord (16,3 per cento) è stato messo a segno proprio nel quartiere Pelucca-villaggio Falck, teatro dell’atroce stupro di gruppo di aprile. «I cittadini - commenta Alessandra Tabacco, capogruppo del Carroccio - premiano la Lega laddove ci sono situazioni di disagio, perché l’immigrazione è un problema molto sentito e il nostro movimento è l’unico ad averlo affrontato in modo significativo».

Addirittura, nel quartiere della violenza a Sesto, il Carroccio ha ottenuto risultati migliori rispetto a Milano città e ad alti comuni dell’hinterland. «Abbiamo catalizzato molti voti della sinistra - commentano i seguaci di Bossi - perché la gente è scontenta, il buonismo non paga dove ci sono problemi gravi che non sono affrontati in modo serio e determinato».

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