La Signora balla fra i lupi e si gioca il futuro a casa di Pazzini e Cassano

TorinoTutto quel che resta in quattro giorni: inutile girare intorno alla questione. Sampdoria stasera e Napoli giovedì, sempre in trasferta: la Juventus deve ballare come sa e con quel che ha portando a casa punti pesanti. Se non ci riuscisse, sarebbe l'ennesimo fallimento di una stagione disgraziata che si chiuderebbe con ogni probabilità senza la qualificazione alla Champions League: dalle stanze dei bottoni il messaggio che viene fatto filtrare è che, anche in quel tragico (sportivamente parlando, si intende) caso, nulla cambierebbe ai piani più alti della dirigenza. In realtà certi spifferi maligni continuano a esserci: se la posizione del presidente Blanc non è in discussione - troppo legato a Elkann, troppo importante la sua figura in relazione alla costruzione del nuovo stadio -, a pagare per tutti potrebbe essere il direttore sportivo Alessio Secco, già ridimensionato dall'arrivo di Bettega cui potrebbe essere affiancata un'altra figura calcistica a tutto tondo. I nomi sono sempre gli stessi, da Baldini a Marotta. Qualcosa, comunque, succederà di qui a un paio di mesi e riguarderà l'area strettamente tecnica, dove Zaccheroni è appeso a un filo pur non avendo certo grandi responsabilità per la situazione attuale: su questa falsariga di disastri non si può certo continuare e John Elkann viene descritto come furibondo, pur trattandosi di persona che esteriorizza poco o nulla di quanto prova.
In attesa che il nipote dell'avvocato Agnelli si dimostri decisionista come raramente è stato almeno riguardo la Juventus, la squadra è obbligata a ripartire da Genova, a casa di Pazzini e Cassano: il «Pazzo» è anche un obiettivo del prossimo calciomercato bianconero, ma stasera sarà solo un uomo da fermare da parte di quella che è diventata una delle peggiori difese del campionato (39 reti prese in 28 partite, come l'Atalanta penultima). «Sette giorni fa tutti parlavano di una Juve in netta ripresa - si è difeso Zaccheroni -. A distanza di una settimana, con le solite problematiche legate ad assenze e infortuni, non possiamo buttare via tutto. L'eliminazione dall'Europa League brucia, ma siamo usciti per un'autorete subita nella prima partita e per un paio di imprevisti in quel di Londra. Non mi va, per due partite così, di cancellare quanto di positivo fatto in precedenza. L'obiettivo del quarto posto non si è allontanato nonostante il pareggio casalingo contro il Siena nell'ultimo turno. Sarei bugiardo se dicessi che mi aspettavo di più in campionato: dodici punti in sette partite non sono poca roba. Per arrivare dove vogliamo, mi basterebbe poter mandare in campo chi sta decisamente bene e non essere costretto a schierare qualcuno gioco forza». Ieri, intanto, sono tornati tra i convocati Chiellini, Giovinco e Amauri: il primo si piazzerà in difesa al fianco di Legrottaglie, gli altri due andranno al massimo in panchina dove potrebbe trovare posto anche Felipe Melo. «La società non mi ha chiesto di non far giocare lui e Zebina», ha spiegato Zaccheroni riferendosi ai diverbi avuti dai due con alcuni tifosi poco intelligenti che, per contestarli, hanno fatto riferimento al colore della loro pelle. «Nel calcio esiste una regola non scritta: se ottieni risultati sei quasi un fenomeno, altrimenti vengono fuori tutti i problemi del mondo. Noi dobbiamo stare molto attenti a gestire tutto, compresi i momenti di nervosismo dettati da eventuali contestazioni anche poco civili.

Detto questo, quando non riusciamo a ottenere i risultati sperati la colpa non è del poco impegno, ma di difficoltà fisiche e psicologiche che non riusciamo a superare. Sulla volontà dei ragazzi, garantisco io: con me, chi non si impegna non gioca». Pur impegnandosi, in panca oggi potrebbe andarci anche Diego. Del Piero invece, dopo i cinque minuti di Londra, sarà certamente in campo.

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