La Signora diventa Madame E adesso comanda Blanc

TorinoVestito grigio, camicia bianca e cravatta bianconera: Jean-Claude Blanc si è presentato così all'assemblea degli azionisti della Juventus che ne ha ratificato la nomina a presidente della società dopo l'investitura di inizio mese da parte di John Elkann. Giornata lunghissima, con infiniti interventi di alcuni dei piccoli azionisti che hanno rinfacciato all'attuale dirigenza le solite magagne del post calciopoli. Siccome, però, c’era da approvare il bilancio (in attivo per 6,6 milioni) qualche dettaglio interessante è emerso: Ranieri e il suo staff, per esempio, sono stati liquidati con 3,7 milioni «per evitare il rischio che potessero beneficiare dei bonus legati a vittorie non conseguite personalmente».
Blanc diventa così il presidente numero 24 nella storia della Juventus. Uno e trino, visto che per ora mantiene le cariche di amministratore delegato e direttore generale: magari dopo i mondiali arriverà Lippi. Per il momento si va avanti così «ma, se si potrà migliorare nei prossimi tre anni, lo faremo». Cobolli esce di scena, commuovendosi nel ricordo di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri, i due ragazzi scomparsi nell'inverno 2006 nel centro sportivo di Vinovo: «È arrivato il momento di guardare al futuro - è stato il congedo dell'ex presidente -. Rimarrò tifoso della Juve e di Blanc: otterrete risultati brillanti». Standing ovation e scettro a Blanc, 46enne di Chambery, già direttore dell'Olimpiade di Albertville 1992, poi al Tour de France, alla Parigi-Dakar e al Roland Garros: «La priorità di questa società è vincere. Poi, intorno alle vittorie, vogliamo sviluppare business che ci aiutino a rimanere al massimo livello. Il nostro lavoro non sarà concluso fino a quando non torneremo davanti a tutti». Lo stadio come priorità - «costruito per cambiare la cultura del calcio italiano, ma è chiaro che dovrà darci ricavi tali da poter competere con le grandi d'Europa» - e la massima fiducia nell'attuale staff. Il ds Secco, insomma, non si tocca: «Lui e la sua struttura hanno la mia totale fiducia. Così come ce l'hanno Michele Bergero e Marco Fassone, i quali si occuperanno rispettivamente della parte finanziaria e commerciale della società. I risultati dell'ultimo biennio sono dalla nostra parte: pochissimi, in Italia, hanno fatto meglio di noi. Il mercato? Abbiamo dimostrato di sapere costruire una squadra forte. E, nell'operazione Diego, abbiamo preceduto il Bayern Monaco evitando i clamorosi rialzi di mercato dovuti alle follie del Real Madrid. Il fair play finanziario? Lo promuoviamo: nessuno dovrebbe poter spendere di più di quanto incassa. Noi siamo già nel futuro, tanti altri non ancora».
In testa, l'idea di crearsi in casa i giocatori («Investiamo sei milioni l'anno nel settore giovanile: aumenteremo ancora») e la consapevolezza che «Potrei anche diventare meno gentleman nella comunicazione, se riterrò che la Juve venga attaccata senza motivo. Sempre però con il massimo rispetto per chiunque». Da oggi camminerà con le sue gambe, senza la tutela di Cobolli Gigli («chapeau et au revoir, president»): «Una società non si guida da soli ma con l'aiuto di tutti». Magari gli darà qualche consiglio anche il libico - con cravatta simil granata non piaciuta ad alcuni - Khaled Fareg Zentuti, entrato a fare parte del Cda societario in rappresentanza della finanziaria Lafico. «Condividerò tutte le decisioni - è il congedo di Blanc -.

Sono convinto che la società abbia fatto le scelte giuste per portare subito a casa la terza stella». Dice proprio così: come se gli scudetti fossero ancora 29. E, per cominciare a pensarci, stasera bisognerà fermare la Sampdoria di Cassano e Pazzini.

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