La Signora fa la provinciale soffre e diventa dignitosa

Come una provinciale qualsiasi, soffrendo e sbuffando manco fosse una vaporiera, la Juventus batte il Cagliari 1-0 e restituisce un minimo di dignità alla propria classifica. Vero che, in ottica Champions, non cambia un granché visto che il Palermo rimane sulla carta a + 3, ma in realtà a + 4 grazie al vantaggio negli scontri diretti: tuttavia, per una Juve in crisi di identità e sempre nel bel mezzo di una contestazione tanto feroce quanto becera che a un certo punto ha spaccato lo stadio, fare bottino pieno è evento quasi da sottolineare con la matita rossa. Nessuno però si illude che il peggio sia passato: il calendario che aspetta i bianconeri è terribile e già venerdì a Milano, contro l'Inter affamata, il libro degli orrori rischia di dovere essere di nuovo aperto. «Mi limito a parlare del Cagliari, al futuro per adesso non penso - ha commentato Zaccheroni, il solo a essere esentato dal silenzio stampa imposto dalla società -. Nessuno poteva aspettarsi un gioco scintillante, però stavolta la squadra ha tenuto e non siamo crollati nella ripresa come troppe volte è invece accaduto». Il Cagliari non ha comunque demeritato, sfiorando il vantaggio con Cossu (traversa) prima che Chiellini portasse in vantaggio i suoi con una zuccata vincente dopo un primo colpo di testa di Amauri. Nel mezzo, la solita bischerata di Melo - comunque meno impreciso di altre volte - aveva permesso a Matri di presentarsi tutto solo davanti al rientrante Buffon: l’uscita del numero uno e la collaborazione di Cannavaro impedivano però agli isolani di andare in vantaggio. A quel punto, trovato il gol, la Juve si cementava nella propria metà campo lasciando il pallino al Cagliari ma in realtà senza concedere troppe palle gol: era invece Iaquinta a mangiarsi un paio di occasioni e a farsi annullare una rete per fuorigioco intervenendo su una conclusione del solito Chiellini, di gran lunga il migliore dei suoi. Così, con Camoranesi in progresso, Marchisio oltre la sufficienza e mattoncini portati un po’ da tutti, la Juve riusciva nell’impresa di non subire reti per la prima volta dopo diciannove partite di campionato e gioendo poi alla fine manco avesse vinto chissà cosa. Non è comunque mancato un piccolo giallo: a fine partita Melo ha provato a stringere la mano a Zaccheroni, il quale ha preferito tenere in tasca la propria ricambiandolo con un buffetto sulle spalle dopo avergli mormorato qualcosa. «Con Felipe il rapporto è molto schietto, non ero e non sono arrabbiato - ha parzialmente spiegato alla fine il tecnico -. La situazione la conosciamo noi due e tanto basta. Devo comunque ringraziarlo perché ha giocato, anche bene, novanta minuti nonostante avesse accusato un affaticamento muscolare». Solita litania di problemi fisici, insomma, anche se ieri Zac ha quasi nuotato nell’abbondanza: «Per la prima volta ho potuto far riposare giocatori, come Del Piero, che non erano al meglio. E, avendo lavorato come si deve per una settimana, la squadra ha almeno aumentato la propria tenuta fisica».

Pillole di ottimismo, allora: «Abbiamo tutti contro? In campo dobbiamo essere più forti di ogni avversità per arrivare al traguardo che vogliamo centrare». Oggi, intanto, ne centrerà uno Amauri: nel primo pomeriggio diventerà ufficialmente cittadino italiano.

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