La Signora teme fantasmi e vendette dei «nani»

Torino Dal Parma al Parma. A inizio gennaio la sconfitta casalinga contro gli emiliani aveva rappresentato l’inizio della fine della Juventus targata Delneri. Oggi, a ora di pranzo, nello stadio di proprietà ancora fresco di inaugurazione, la Signora di Antonio Conte deve lanciare un segnale vero: vincere e convincere, ci mancherebbe altro. In assenza di quello, i nasi comincerebbero a storcersi fin da subito: al termine di un’estate lunga e faticosa, con un mercato complicato per non dire altro, in coda a una rivoluzione che non pareva dovesse esserci e invece c’è stata, Del Piero e compagni non possono sbagliare. «Questa non è una panchina come le altre, sarò emozionato e non lo nascondo - ha spiegato ieri il nuovo tecnico bianconero -. Ma sarò anche molto lucido».
Avanti, senza indugi. Dentro uno stadio che sarà esaurito, poche ore dopo la festa che ha celebrato 114 anni di storia, in mezzo a lacrime e rivendicazioni accennate. Con Del Piero probabilmente titolare a quasi 37 anni, con Giovinco dall’altro lato che sogna uno sberleffo mica da ridere alla squadra nella quale è cresciuto e che avrebbe potuto essere sua anche oggi: «Non mi piace solo da quest’anno - ha ammesso Conte -. Lo avrei voluto con me già a Bari, quando era ancora in Primavera, e non solo. Lo apprezzo molto, ma dico anche che ci sono leggi di mercato da seguire. Per quest’anno doveva restare lì: è nostro per metà e questo è un bene. Ovvio comunque che sarà un avversario e verrà trattato come tale». Come dire che l’anno prossimo la Formica Atomica, autore di una doppietta all’Olimpico nove mesi fa, potrebbe davvero tornare alla base specie se Conte sarà ancora ben saldo in sella. Di sicuro, se oggi pilotasse i suoi a un risultato positivo, i rimpianti aumenterebbero. «Siamo pronti, dobbiamo esserlo per forza - spiega Conte -. Certo non mi ha fatto piacere avere trequarti di squadra a disposizione solo giovedì, però non è colpa di nessuno. Abbiamo margini importanti e dobbiamo continuare a lavorare per tornare competitivi il prima possibile. Il terzo posto? La posizione finale che otterremo sarà la conseguenza di quello che faremo vedere sul campo, essendo bravi e magari anche un po’ fortunati. Motivazioni, voglia, spirito: alle parole spese finora devono seguire i fatti. Il Parma ha vinto le ultime tre partite che ha giocato contro la Juve: teniamo le antenne dritte e vediamo come va».
La squadra per questa prima volta tutta speciale è pressoché fatta: difesa che ricalca quella dell’anno passato con la sola eccezione di Lichtsteiner al posto di Motta, Pirlo e Marchisio centrali di centrocampo («gioca chi si è allenato di più con il gruppo: Vidal lo ha fatto poco»), Del Piero e probabilmente Matri in attacco, sugli esterni Pepe (Krasic non è al top) e Giaccherini. Ecco, un altro piccoletto: l’ex cesenate (la cui comproprietà è costata 3,5 milioni) dovrebbe essere la sorpresa di giornata e, visto che giovedì non ha giocato nemmeno un minuto contro il Notts County, sarebbe all’esordio assoluto davanti al suo nuovo pubblico.

Il destino - appunto - gli farebbe vivere un duello a distanza tutto particolare con Giovinco: se al novantesimo gli applausi fossero soprattutto per chi era considerato l’erede di Del Piero, per la Juve non sarebbe un gran segnale.

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