Ci si aspettava una spiegazione magari imbastita in punta di diritto, con inoppugnabili citazioni di codici e articoletti. Invece no, Amt è riuscita a mettere una toppa che è peggio del buco. Laddove il buco era la questione aperta per la scelta di accettare extracomunitari nel concorso per autisti. E laddove la toppa rischia di provocare, questa sì, polemiche improntate alla presunta discriminazione razziale.
Sì, perché Amt ha spiegato che la scelta di escludere gli immigrati non è dettata da vincoli di legge. L’autista degli autobus però svolge mansioni che riguardano la pubblica incolumità, l’ordine pubblico e la sicurezza, per cui condurre mezzi pubblici «non può rientrare tra le mansioni degli extracomunitari». Queste le controdeduzioni degli avvocati di Amt che hanno chiesto di respingere il ricorso presentato da Asgi, Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione contro l’azienda di trasporto pubblico locale che esclude i cittadini extracomunitari dalla selezione per autista.
I dettagli sono emersi nel cordo dell’udienza di oggi presso la sezione lavoro del tribunale civile di Genova. E in effetti un appiglio legale la tesi dell’Amt (che assicura di aver tenuto conto anche delle normative europee) ce l’ha. Ma inevitabilmente la data della norma citata rischia di aumentare le accuse nei confronti dell’azienda di trasporto pubblico. La scelta dell’Amt si basa sull’«articolo 10 del Regio decreto n. 148 del 1931 che impone il divieto di assunzione di cittadini extracomunitari nell’ambito del comparto degli autoferrotranvieri».
Trattandosi di una norma speciale, sostengono i legali dell’azienda, potrebbe derogare al principio di parità di trattamento. L’avvocato Elena Fiorini che ha presentato il ricorso per l’Asgi, sottolinea invece che la richiesta dell’Amt «viola il testo unico sull’immigrazione e la convenzione Oil del 1975 ed è discriminatoria».
Il legale sostiene inoltre «l’insussistenza, nel nostro ordinamento, di un principio che esclude gli extracomunitari dal pubblico impiego. In ogni caso - conclude - la normativa europea impone il rispetto del principio di uguaglianza nell’accesso al lavoro». Il giudice si è riservato di decidere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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