da La Spezia
Il bisogno di sicurezza alla Spezia non è una «moda» recente, ma un dato oggettivo segnalato più volte dai cittadini. La città è piccola e quelle a rischio sono veramente «quattro strade», ma non sembra si trovi mai il modo di garantire a chi transita nel centro storico, la sicurezza di non incappare in una situazione a rischio. In meno di tre anni, tanto per ricordare i fatto più eclatanti, ci sono da segnalare violenze sessuali, un residente picchiato per errore in una rissa, un sudamericano che correva per le strade brandendo un machete, un paio di tentativi di sgozzamento, una prostituta quasi uccisa in un appartamento. Senza parlare dello spaccio quotidiano, delle risse, delle vetrate dei bar in frantumi, degli accoltellamenti. Eppure parliamo di due piazze, dieci incroci, un mini quartiere di una città.
Laltra sera se ne è nuovamente parlato in consiglio comunale, dove è stato votato un documento che ricalca la scelta bipartisan nel quale 16 primi cittadini di diverso colore politico chiedevano più poteri in materia di sicurezza. L intesa ha visto fra i firmatari anche Massimo Federici. In città intanto stanno arrivando telecamere nelle strade e la riqualificazione dellUmbertino, quartiere ad alta densità extracomunitaria.
Il centrodestra ha poi presentato un documento che riprende essenzialmente il testo approvato dal Pd di Bologna, in cui si prevede la dotazione per i vigili urbani di spray urticanti e bastoni distanziatori. La linea però non è stata «seguita» dalla maggioranza. «Il consiglio comunale sembra accorgersi tardi che per i cittadini il problema primario è la sicurezza - spiega Alessandro Gai (Pdl) -. La nostra proposta è motivata a fornire ai vigili una dotazione idonea prima per lauto difesa, poi per i compiti di servizio».
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