da Venezia
Certo mancano ancora i due film che verranno presentati oggi a chiudere il concorso della Mostra del Cinema di Venezia, Passion di Brian De Palma e Un giorno speciale di Francesca Comencini, ma è anche vero che siamo ormai giunti alla conclusione di questa 69esima edizione di cui domani sera conosceremo i vincitori. È quindi il momento giusto per tentare di fare delle proiezioni, una sorta di totoleone, e capire quale possa essere la rosa di film e di attori papabili per i premi maggiori come il Leone d'Oro, quello d'Argento, il premio speciale della giuria e le coppe Volpi per le migliori interpretazioni.
Il quotidiano del festival, Venews, con le stellette da una a cinque assegnate a tutti i film in concorso è un buon termometro per sondare i gusti dei ventitré rappresentanti della critica italiana e internazionale che però, spesso, non coincidono con quelli del pubblico e chissà, forse ancora meno, con quelli della giuria che è sempre la vera incognita di ogni festival. Tanto più quella di questa edizione diretta da Alberto Barbera che è, diversamente dalle scelte del suo predecessore Marco Müller, quasi prettamente cinematografica. Con un'agguerrita pattuglia di eterogenei registi che devono giudicare altri registi - cosa che rende ancora più complicati i pronostici - come lo statunitense Michael Mann (presidente della giuria), l'hongkonghese Peter Ho-Sun Chan, l'israeliano Ari Folman, il nostro Matteo Garrone, la franco-svizzera Ursula Meier, l'argentino Pablo Trapero; le attrici Laetitia Casta, francese, e Samantha Morton, britannica; l'artista e performer serba Marina Abramovic. Comunque il daily del festival vede sempre The Master di Paul Thomas Anderson come il film più gettonato con 88 stellette in totale. Segue Aprés Mai di Olivier Assayas con 83, Bella addormentata di Marco Bellocchio con 80 e mezzo e Pietà di Kim Ki-duk con 74 e mezzo. E in effetti è proprio intorno a questi titoli, salvo sorprese di oggi con De Palma e Comencini, che si concentra tutta l'attenzione degli addetti ai lavori. A partire da Piera Detassis di Ciak per la quale il film del «cuore», quello del coreano Kim Ki-duk, coinciderà probabilmente con il Leone d'Oro. Ma la direttrice del mensile mondadoriano è sicura che anche il francese Après Mai e quello di Bellocchio si divideranno gli altri due premi principali. Mentre, per le interpretazioni, in pole position c'è Philip Seymour Hoffman il capo della setta di The Master e Cho Min-soo, la mamma di Pietà.
Bisogna però ricordare che il regolamento della Mostra prevede che la coppa Volpi non possa essere assegnata agli stessi attori del film premiato con il Leone d'Oro ma, eventualmente, può solo coincidere con quello d'Argento o con il premio speciale della giuria. Sui riconoscimenti a quegli attori concorda anche Nick Vivarelli di Variety che però, nella stretta rosa dei candidati ai massimi premi, inserisce anche il film di Terrence Malick To the Wonder perché - assicura - «è piaciuto molto agli americani». Anche Fulvia Caprara de La Stampa punta tutto su Pietà di Kim Ki-duk senza dimenticare Bella addormentata di Bellocchio, proprio come l'autore di Stracult Marco Giusti che è sicuro di un premio anche a Aprés Mai mentre vede come migliore attore Joaquin Phoenix per The Master e magari un ex aequo (consentito dal regolamento solo per le coppe Volpi) per le attrici, Isabelle Huppert per Bella addormentata e Franziska Petri per il film russo Izmena. Alessandra Magliaro dell'Ansa invece non esclude, a sorpresa, l'arrivo nel palmarès di un outsider come l'israeliano Fill the Void di Rama Bursthein che, essendo un'opera prima, potrebbe però portare a casa il premio De Laurentiis dedicato ai film d'esordio presenti in tutte le sezioni del festival. Solo Boris Sollazzo di Pubblico (il sito, mentre il nuovo quotidiano cartaceo diretto da Luca Telese sarà in edicola il 18 settembre), per il quale il film del festival è At Any Price di Ramin Bahrani con Dennis Quaid e Zac Efron («Anche se vincerà Pietà di Kim Ki-duk»), instilla il dubbio del film che potrebbe scompaginare il trittico su cui tutti concordano.
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