Kerbaker, com'è surreale diventare una "celebrity"

Kerbaker, com'è surreale diventare una "celebrity"
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Diventare famosi, in fondo il desiderio di chiunque. Avere intorno quell'aura che ti fa sentire speciale. Ma quando sei veramente famoso? Probabilmente quando ti riconoscono per strada tutti. È quello che vuole il protagonista di un breve e divertente romanzo di Andrea Kerbaker, Celebrity (La Nave di Teseo). Giuseppe Scannadinari è un giovane barista, non ha studiato, e si ritrova a essere invitato in un importante gioco a premi televisivo. Il problema è che la puntata registrata non andrà mai in onda, a causa della morte di un altro concorrente, e il sogno dei cinque minuti di celebrità si trasforma nel peggior incubo, visto che ormai il ragazzo lo ha detto a tutti che presto sarà famoso.

Quella di Kerbaker è una ironica e scanzonata riflessione su cosa significa oggi desiderare la «famosità», soprattutto nella provincia, dove ancora la televisione sembra contare qualcosa (i giovani, come è noto, non la guardano più, è più facile fermino per strada uno Youtuber per chiedergli l'autografo che Paolo Bonolis). Magari per farsi considerare da amici e familiari, e per rendere orgogliosa una mamma che ti ripete incessantemente «devi diventare famoso, fa-mo-so». È l'ossessione degli ultimi due decenni, almeno dall'avvento dei reality. Non conta più essere un cantante, un attore, uno scrittore, qualcosa, l'importante è essere famosi.

E a diventare famoso il ragazzo senza arte né parte ci riuscirà, ma in tutt'altro modo tragicomico, da cronaca nera. Che importanza ha come e per cosa si diventa famosi? D'altra parte anche Matteo Renzi e Matteo Salvini sono stati, nella giovinezza, concorrenti di giochi a premi. Il povero Scannadinari non ci ha pensato, ma stai a vedere che il modo migliore oggi per diventare famosi è darsi alla politica.

A proposito il Movimento Cinque Stelle ha perfino sdoganato l'incompetenza come merito, è sufficiente essere dei cittadini onesti (e anche lì, per restare in tema, è stato

reclutato perfino Rocco Casalino uscito dal Grande Fratello). Non per altro i nostri politici sono più in televisione che in Parlamento, e è con loro che le persone chiedono di farsi un selfie. Ma questa è un'altra storia.

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