«Santo subito» chiedevano i cartelli in piazza San Pietro nei giorni della morte di Giovanni Paolo II nell'aprile di 9 anni fa. Cosa che avverrà domenica prossima quando Papa Wojtyla verrà santificato insieme a Papa Giovanni XXIII. Il pomeriggio seguente, per tre giorni fino al 30 aprile, i cinema serviti dal circuito Microcinema proietteranno invece il documentario sull'attuale pontefice Francesco da Buenos Aires - La rivoluzione dell'uguaglianza di Miguel Rodriguez Arias e Fulvio Iannucci.
E se ancora non siamo dalle parti di «santo subito», c'è aria di beatificazione in vita per Papa Francesco che è al centro di almeno altri due progetti cinematografici, quello di Liliana Cavani tratto da La lista di Bergoglio il volume (Emi) di Nello Scavo (intervistato a lungo nel documentario) sulle persone salvate da Jorge Mario Bergoglio durante la dittatura militare in Argentina di cui la Ciao Ragazzi di Claudia Mori ha acquistato i diritti e quello della TaoDue di Pietro Valsecchi che con Medusa girerà in Argentina Call Me Francesco con la regia di Daniele Luchetti la cui uscita è già prevista all'inizio del prossimo anno. Insomma c'è molta aria di spiritualità al cinema e in tv, è notizia recente la serie tv di Sky e Wildside The Young Pope di Paolo Sorrentino sulla figura di un pontefice immaginario. Così, nei giorni in cui Papa Francesco conquista ancora più forza e visibilità grazie a una Via Crucis memorabile e ora alla pubblicazione per Rizzoli di La verità è un incontro, le sue omelie dalla cappella di Santa Marta a cura del direttore de La Civiltà cattolica Antonio Spadaro, ecco arrivare nei cinema il documentario che ripercorre la sua vita dall'infanzia all'età adulta, da quando era Arcivescovo di Buenos Aires fino all'elezione al Soglio Pontificio.
Il lavoro, prodotto anche da Luciano Sovena ex amministratore delegato di Cinecittà Luce, inizia con la bella idea di far parlare Frate Massimo Grassi il padre guardiano del Santuario della Verna dove c'è la grotta di San Francesco, da lì tutto comincia e lì il documentario finisce perché proprio dal «poverello di Assisi» il Papa ha scelto «non un nome ma un'identità». Che è quella mostrata in tutte le azioni che stanno già rendendo il pontificato di Papa Francesco unico e rivoluzionario. Vederle messe in fila in Francesco da Buenos Aires - La rivoluzione dell'uguaglianza fa una certa impressione perché mostrano un pontefice perfettamente consapevole del ruolo che ricopre unitamente a un disegno pastorale preciso e autentico, anche politico nella sua grande attenzione al mondo dei diseredati e al tentativo di riavvicinare la Chiesa al concetto di povertà francescana perché il denaro è «il vero nemico, il concorrente di Dio in questo mondo». Ecco le testimonianze inedite della sorella, di due rabbini a lui molto vicini, Daniel Goldman e Omar Abboud fondatori dell'Istituto per il dialogo interreligioso, ma anche le immagini della sua deposizione al processo sui crimini della dittatura in cui spiega la vicenda dei due gesuiti Jalics e Yorio sequestrati dai militari di cui il giornalista Horacio Verbitsky - assente nel documentario - lo ha più volte accusato di complicità.
Infine le immagini di padre Bergoglio nelle zone più povere di Buenos Aires dove lo vediamo gridare a gran voce a favore sempre dei diseredati come «le ragazze che hanno appena smesso di giocare con le bambole» e già si prostituiscono. La veemenza e la forza con cui lo fa sono la risposta più concreta alle accuse di populismo che ora provengono da alcuni settori della Chiesa.
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