La sorgente dell'amore Il Femminile illuminato

La sorgente dell’amore, film di Radu Mihaileanu in uscita il 9 Marzo, è un tributo alla consapevolezza di genere, una riflessione sull’amore e sul dono del femminile

La sorgente dell'amore Il Femminile illuminato

Giorni nostri, in un piccolo e sperduto villaggio tra Nord Africa e Medio Oriente. Qui le donne, fin dalla notte dei tempi, sono addette per tradizione all’approvvigionamento dell’acqua. Peccato che questo significhi doversi recare quotidianamente a riempire secchi in cima ad una montagna. Nel corso degli anni tale sforzo è costato a molte di loro la perdita dei bambini che portavano in grembo. Ma un giorno Leila, giovane sposa venuta dal sud, convince le compagne ad indire uno sciopero dell’amore, ossia nessuna acconsentirà ad avere rapporti sessuali sino a quando non saranno gli uomini a farsi carico del disagio del mancato acquedotto.

La nuova commedia di Radu Mihaileanu, noto per i bellissimi “Train de vie” e “Il concerto”, trae ispirazione sia dalla Lisistrata di Aristofane, sia dalla storia recente di un villaggio turco.

E’ un film composito, dall’ambientazione esotica e remota agli occhi di un occidentale.

Ma ridurlo alla cornice specifica in cui si attua la vicenda sarebbe un grave errore.

Non è un film sulla questione femminile in Medio Oriente; almeno non soltanto. Bellissimo l’intento di rappresentare la musica ,in particolar modo il canto, come forma espressiva che rende comunicabile e dirompente qualsiasi contenuto, oltre che capace di cambiare sorti e stati d’animo. Suggestivo che il tema grave della siccità venga usato a metafora dell’inaridimento dei cuori. Importante che vi sia la denuncia degli effetti disastrosi di ogni forma di integralismo .

Ma ogni lettura parziale del significato davvero composito di questo film sarebbe sacrilega.

Si parte dall’infinitamente piccolo, ossia il ritratto quasi documentaristico di una microsocietà vittima delle proprie tradizioni, per arrivare all’infinitamente grande, vale a dire il significato parimenti fondamentale del maschile e del femminile nel mondo e l’importanza della loro cooperazione.

Le donne del villaggio sono un universo variegato e sono luce declinata in molteplici forme: ci sono la ribelle culturalmente preparata, la sognatrice compulsiva, la saggia quanto sagace e comica vecchia del villaggio. Ci sono soprattutto umorismo, inventiva e invettiva intelligente, oltre che il coraggio mai domo che è caratteristico delle donne a contatto con la propria identità e col proprio scopo.

Donne che sono la metà fondamentale di qualcosa che ha compimento e senso solo se si dà loro voce. Se le si lascia parlare, si scoprirà che sono depositarie di un buon senso e di una lungimiranza che possono arrivare addirittura a superare il divino messo per iscritto, i Testi Sacri. Perché mentre quella è parola morta se interpretata letteralmente, le donne sono sfumature e colori in divenire, sono vita che scorre e illumina. Ecco perché è importante lasciare che zampillino fuori dal silenzio in cui sono state arroccate per secoli.

Un’opera che è un tributo ma anche un contributo alla consapevolezza di genere; una riflessione

sull’amore e sul dono di un Femminile illuminato, che ama profondamente gli uomini prima che combatterli e che vuole cooperare con loro a disegnare un mondo migliore; ad armi, o meglio con risorse, differenti e pari. 

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