Spielberg, l'autobiografia è un capolavoro

Difficile rimanere calmi di fronte all'ennesimo capolavoro del più grande regista contemporaneo della storia del cinema

Spielberg, l'autobiografia è un capolavoro

Difficile rimanere calmi di fronte all'ennesimo capolavoro del più grande regista contemporaneo della storia del cinema. Steven Spielberg in The Fabelmans pigia dentro 151 minuti tutta la sua storia attraverso un'autobiografia certamente romanzata come solo i bambini sanno fantasticare, raccontandola. Ed è proprio un bambino, un po' impaurito, ad aprire The Fabelmans, con la sua prima volta al cinema (come sarebbe piaciuto a Truffaut che teorizzava proprio questo vivere le cose per la prima volta dei fanciulli) accompagnato dal padre un po' distante (interpretato da uno straordinario Paul Dano) e da una madre molto accogliente (Michelle Williams). Sul grande schermo c'è lo scontro tra treni de Il più grande spettacolo del mondo (1952) di Cecil B. DeMille e il piccolo Sammy, folgorato come i primi spettatori in assoluto del cinema di fronte a L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat dei Lumière, decide di farsi regalare una cinepresa per rimettere in scena quel suo imprinting cinematografico.

Nasce una passione che lo accompagnerà e sosterrà per sempre e, nell'adolescenza, lo aiuterà a superare le angherie dei compagni di scuola anche per il suo essere ebreo. Ma anche in questo contesto, in cui Spielberg omaggia pure il cinema degli amici come Lucas (American Graffiti) e Zemeckis (Ritorno al futuro), il film sa essere leggero e toccare vertici di commedia abbastanza inediti, come nell'irresistibile racconto della compagna di scuola, integralista cattolica, che il ragazzo fulmina con una battuta degna di Woody Allen.

Grazie a quella cinepresa il futuro regista comincia a capire come si fa il cinema (rimettendo in scena un suo vero filmino d'epoca) e dove si posiziona la macchina da presa come gli insegna addirittura un birichino John Ford.

E, nel farlo, tocca temi universali, parlandoci al cuore della separazione dei genitori, dei momenti di intima tenerezza che abbiamo visto in ogni madre, della paura del futuro, della cattiveria del mondo e dell'imprevedibile bellezza della vita. E del cinema.

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