Bolla e tempi, prove di Tokyo in piscina

La vera sfida: dribblare il Covid con seicento atleti nuotatori in gara

Bolla e tempi, prove di Tokyo in piscina

Prove generali di Olimpiadi? Sì un po' sì. Riccione si attrezza per essere la Stella Polare delle discipline acquatiche e, dopo gli Assoluti di nuoto sincronizzato andati in scena dal 20 al 22 maggio, è la volta del nuoto in piscina. Si è cominciato ieri con le cinque chilometri di fondo maschile e femminile, piccolo antipasto rispetto a quel che sarà dal domani al 3 aprile quando saranno 563 atleti (287 maschi e 276 femmine) ad affrontarsi.

I big del nuoto azzurro sono pronti a regalare emozioni con Federica Pellegrini in cerca di risposte e del tempo di qualificazione olimpica, mentre Simona Quadarella e Gabriele Detti ritroveranno la piscina romagnola dopo aver saltato gli Assoluti invernali a causa dal Covid. Già, il Coronavirus che tanti problemi aveva creato alla Nazionale, ripensando al famigerato collegiale di Livigno del 2020 e proprio ai campionati italiani invernali a dicembre quando le positività eccellenti di atleti come Benedetta Pilato, Filippo Magnini, Martina Carraro, Ilaria Bianchi, Silvia Di Pietro ed Elena Di Liddo avevano portato a porsi delle domande sul modus operandi. La gestione di tanti nuotatori per il corretto funzionamento della bolla sarà la vera sfida. Un modo anche per abituare i protagonisti della vasca alle condizioni che troveranno a Tokyo? Probabilmente. Competizione a Cinque Cerchi a cui vorrà essere presente anche Arianna Castiglioni. Lei, colpita dal nemico invisibile (Covid), è risultata negativa al tampone del 24 marzo dopo due settimane di grande sofferenza. La lombarda ci proverà perché la sfida nei 100 rana donne ha un significato particolare, con Carraro in cerca del pass e Pilato già con il biglietto per il Giappone in tasca.

Gli organizzatori confidano nella collaborazione di tutti affinché sgradite sorprese non vi siano e nel frattempo il presidente della FIN Paolo Barelli perora la causa delle società sportive in difficoltà, in una partita che si gioca su più fronti: «Se non vengono messi a disposizione

un paio di miliardi di euro per tenere in vita le società sportive che gestiscono gli impianti e per curare le ferite delle chiusure saranno veramente guai». I Giochi Olimpici si avvicinano e le incognite sono molteplici.

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