Il rinnovo del contratto di Cesare Prandelli è questione di giorni. Ne è convinto il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. Giorni che il ct impiegherà a tracciare le ultime linee dell'Italia che andrà ai mondiali in Brasile: «Insigne è nei 30, mentre Rossi è fuori», ha annunciato ai microfoni di «Radio Anch'io» riferendosi alla lista che consegnerà il 13 maggio. Pepito forse ci conta ancora, ma allo stato attuale gli spazi si restringono, anche perché il ct non ha alcuna intenzione di rinunciare a Balotelli: «In Nazionale Mario ha segnato 14 gol, senza mai un comportamento non in linea. Lo devo giudicare quando sarà in gruppo», dice per eliminare ogni dubbio. Titolo di campione d'Italia assegnato e il tecnico di Orzinuovi non si sottrae ai rituali elogi alla Juve: «Faccio i complimenti a Conte e ai giocatori, sono riusciti a vincere uno scudetto strameritato». Sulla vicenda della surreale finale di Coppa Italia è categorico: «La nostra strada è quella del dialogo. Ho trovato delusione e amarezza sui fischi dell'inno. Chiaro che quando si fischia un inno non c'è niente di civile». Lo stadio per Prandelli «deve essere luogo di aggregazione, non di minacce. Probabilmente noi italiani abbiamo bisogno ancora di essere governati e indirizzati». Il ct analizza, poi, anche la situazione che l'Italia troverà al Mondiale e le nazionali che per lui sono più forti e attrezzate. «Ci sono sei squadre - è l'analisi di Prandelli - forti e attrezzate.
Io credo siamo dopo il sesto o settimo posto, ma dipende da come si arriverà al mondiale e come si affronteranno le altre squadre. Vorrei però incontrare anche squadre più forti, come Brasile, Argentina o Spagna, con coraggio e con idee».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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