«Il campionato è la nostra priorità, quindi va in campo la squadra migliore». Lo ha spiegato il ds della Lazio Tare prima della partita con l'Udinese, che dopo le inopinate sconfitte di Roma e Inter era diventato un trampolino di lancio dal quinto al terzo posto. Nonostante le fatiche di coppa e una settimana in cui i biancocelesti si giocheranno l'accesso alle semifinali di Europa League e poi un derby da Champions, Inzaghi risparmia solo Radu, Basta e Parolo precettando gli altri titolari.
Col senno di poi poteva essere più prudente con l'acciaccato Lulic, che fin da subito fatica a correre e con un mancato rientro propizia il vantaggio dell'Udinese: sono passati 13', Larsen crossa indisturbato da destra e Lasagna brucia di testa Bastos e Strakosha. Sembra la fine di un incubo per i friulani reduci da sette sconfitte di fila, invece la Lazio riesce a rimetterla velocemente in piedi e anche senza spremersi troppo. Merito del solito Immobile che prima pareggia sbattendo in porta un pallone che vagava in area, poi indovina l'assist per Luis Alberto che raddoppia sfruttando una mezza papera di Bizzarri.
La morale è che a questa Lazio, che coi due gol di ieri è tornata ad avere il miglior attacco della seria A, basta poco per far male. Finora in stagione ha segnato 108 gol, solo uno in meno del 1999-00 che è l'annata record nella storia del club. E Super Ciro continua a combattere per la Scarpa d'Oro: è arrivato a quota 38 e col 27° centro in campionato ha battuto il record laziale di Signori e Crespo.
Semmai il problema è la difesa, che però alla fine se l'è cavata in un secondo tempo alla camomilla. E con Anderson e Leiva tirati a lucido, più Milinkovic che dà segni di ripresa Inzaghi continua a sognare su due fronti.Federico Malerba
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