Come dicono le guide di alta montagna quando guadagnano un rifugio: poteva andare peggio. Così per il sorteggio di Napoli e Milan, primo e secondo in campionato, primo e secondo anche nell'urna della Champions a Nyon: evitate le corazzate del torneo. Spalletti ha ricevuto in dono dall'urna i tedeschi dell'Eintracht di Francoforte, freschi vincitori dell'Europa league, al Milan è capitato in sorte il Tottenham di Antonio Conte, una sorta di derby indiretto considerata la presenza tra gli Spurs anche di Perisic, protagonista delle sfide milanesi favorevoli agli interisti all'epoca di Conte allenatore. «Squadra tosta, forte e in ascesa» sentenzia Spalletti, ma più che la squadra di un ritrovato Mario Gotze (l'uomo che regalò la coppa del Mondo 2014 alla Germania e dell'ex Juve Luca Pellegrini) sono i tifosi «caldi» il valore aggiunto: in trentamila a Barcellona l'anno scorso, con una media a trasferta europea di 15mila. Il Napoli gode della sua striscia positiva di successi consecutivi in campionato e che continua a giocare prima degli altri concorrenti così da esercitare la pressione dovuta agli inseguitori. Dopo aver domato a Bergamo l'Atalanta, il Napoli può chiudere il primo tratto di campionato con due impegni comodi (Empoli e Udinese) e aspettare, sorseggiando il tè, il comportamento degli inseguitori. Pioli si ritrova davanti quel diavolaccio di Antonio Conte, incute rispetto più lui con il suo calcio ossessivo che il Tottenham di questa stagione dal rendimento a targhe alterne, un giorno rullo compressore, un giorno arrendevole come dimostra il suo cammino in Premier. «Siamo pronti a stupire ancora» promette Franco Baresi da Nyon mentre Pioli rinvia alle prossime settimane il dossier europeo perché quel che conta adesso è il viaggio di stasera a Cremona dove vive ancora un bel ricordo («segnai l'unico gol in serie A») personale.
Chi come il Milan insegue, da distanza ragguardevole, 6 punti, il Napoli non può sbagliare una sola mossa ormai. «Nessuno se lo aspettava così la squadra di Spalletti» è la confessione pubblica e ammirata del tecnico rossonero che intravede lo stesso destino vissuto dal suo Milan nella stagione dello scudetto. «Dobbiamo restare attaccati al treno del Napoli» comanda e questo significa non ripetere gli stessi errori di superficialità e di mira commessi col Torino una settimana prima e in parte con lo Spezia sabato notte. Indispensabile qualche ritocco allo schieramento perché Theo Hernandez e Giroud sono squalificati e qui la presenza di Ballò Toure è scontata mentre può aprirsi per Rebic la possibilità di giocare da centravanti con Origi in panchina. Solito ballottaggio sulla trequarti tra Diaz e CDK: il belga è ancora un oggetto sconosciuto. A Cremona c'è un vecchio amico del Milan che lavora con successo: si tratta di Ariedo Braida, per 27 anni ds dell'era berlusconiana, poi passato al Barcellona prima di tornare in Italia e dedicarsi alla causa della Cremonese.
Se oggi in serie A veleggiano le migliori espressioni del calcio giovanile (Okoli e Fagioli) lo si deve anche all'addestramento svolto in serie B con la Cremonese di Pecchia. Ultima curiosità: per il Milan un altro debuttante col fischietto, il romagnolo Rapuano.
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