Federico Malerba
Stordita, più che entusiasta. Sollevata per essersi tolta dalle spalle un peso enorme, quello di aver perso (fino a ieri) tutte e quattro le finali Slam disputate. Di cui tre proprio al Roland Garros. Sotto di un set e di un break contro la Stephens, Simona Halep ha guardato di nuovo in faccia i suoi fantasmi. Lei, che ancora cinque mesi fa in Australia aveva perso con la Wozniacki lo spareggio tra numero uno del mondo incapaci di conquistare un «major». Lei che l'anno scorso al Roland Garros si fece rimontare e battere dalla n. 47, la lettone Ostapenko.
Stavolta Simona, un metro e 68 di tigna e nervi fragili che troppo spesso l'hanno tradita sul più bello, non ha tremato. Spinta da un Philippe Chatrier che somigliava all'Arena Nazionale di Bucarest, sul 3-6, 1-2 la romena che nel 2009 si fece ridurre chirurgicamente un seno troppo ingombrante suona la campanella di fine ricreazione. Fino a quel momento la Stephens era stata ingiocabile, da lì in avanti metterà insieme solo 3 games: 3-6 6-4 6-1 il punteggio finale. Poi le lacrime di commozione: «È il giorno che sognavo da quando ho iniziato a giocare».
Oggi tocca
ai maschi con Nadal che cerca l'11° centro a Parigi su altrettante finali. Di fronte avrà Thiem: il giustiziere di Cecchinato è nettamente sfavorito, ma quest'anno, a Madrid, è stato l'unico a battere Rafa sulla terra...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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