Federico Malerba
C'è una cosa che guardando giocare il Milan dal vivo salta agli occhi: il Diavolo scoppia di salute. Contro la Roma gli è bastato aspettare che i giallorossi finissero la benzina per sorpassarli come una macchina in panne sulla corsia d'emergenza, cioè praticamente senza sforzo. Ma per passare dall'essere «la squadra che corre meno in Serie A» - parole di Rino Gattuso datate 6 dicembre - a una squadra che (anche) correndo più degli altri vince le partite di sforzi ne sono stati fatti eccome.
Appena arrivato a Milanello «Ringhio» si rese immediatamente conto che la condizione atletica era un problema grosso. Per la verità se ne era già reso conto Montella che, poco prima di essere esonerato, fece altrettanto col preparatore Emanuele Marra sostituendolo con quel Mario Innaurato che al Milan ci è rimasto solo un mese e mezzo, giusto il tempo di raggiungere Vincenzino al Siviglia.
Nel frattempo Gattuso, con l'aiuto di Bruno Dominici e Dino Tenderini con cui già aveva lavorato nella Primavera, ha rimesso mano alla preparazione. Una scelta dolorosa, che nelle prime 5 partite del nuovo ciclo è costata un pareggio a Benevento e ben 3 sconfitte, compresa quella ininfluente col Rijeka in Europa League. Piano piano, però, il Milan ha cominciato a stare meglio e poi a vincere, fino a mettere insieme l'attuale serie positiva che in campionato dura da 8 partite e che contando anche le coppe si allunga a 12.
La fotografia di questo «upgrade» atletico è nei numeri della Lega Calcio: dalla 1ª alla 14ª giornata, ossia con Montella in panchina, il Milan correva in media 105,523 km a partita. Dalla 15ª alla 26ª, ossia da quando è subentrato Gattuso, ne corre 109,366 con un incremento medio di 3,84 km. Ci sono squadre che tuttora corrono più dei rossoneri (questa classifica è capeggiata dall'Inter seguita da Fiorentina e Bologna), ma l'essere tornati su livelli più che accettabili sta facendo la differenza. Così come il cambio di modulo, così come la scelta di un blocco di titolari che ormai Gattuso ruota il minimo indispensabile, così come l'aver ricominciato a fiutare l'odore delle prede.
Otto giornate fa il Milan era a -16 dai cugini interisti, a -15 da Lazio e Roma e a -6 dalla Samp.
E adesso che il quarto posto di Spalletti dista «solo» 7 lunghezze, con un derby alle porte che potrebbe avvicinare il sogno Champions addirittura a -4, per «Ringhio» (ieri furioso a causa dell'allenamento saltato per la neve a Roma) si pone il dilemma: che fare domani con la Lazio? Insistere coi titolari anche in coppa Italia rischiando che arrivino spremuti alla stracittadina, oppure cambiare una squadra che viene da 9 vittorie, 3 pareggi e 5 partite senza prendere gol? La vita è fatta di priorità, diceva un vecchio spot, ma forse questo Diavolo ha in corpo abbastanza energie per poter tirare dritto senza dover scegliere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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