Si chiama Ragnhild e ieri è stata il proverbiale terzo incomodo. Senza di lei ora saremmo qui a festeggiare un triplete leggendario. E, invece, la norvegese Mowinckel ci ha messo tutto il suo nome da romanzo gotico e 33/100 di tigna, di chi torna al podio dopo dolori e infortuni durissimi, per cambiare, ma solo in parte, il finale di una fiaba già lietissima. A scriverla, nel superG di val D'Isere ancora Sofia Goggia, alla sua ottava meraviglia consecutiva del 2021: 16ª vittoria, quinta in superG, quinta stagionale - con tripletta canadese e questa doppietta savoiarda - oltre al podio di Sankt Moritz. La sua cavalcata riecheggia, con l'up grade delle vittorie, il suo anno più d'oro (e più sano) quando, nel 2017, chiuse con 11 podi e 2 vittorie e confermò il suo immenso potenziale. Nel suo destino c'erano ancora ed altre enormi sofferenze, ma anche due medaglie mondiali in gigante (2017) e in superG (2019), l'oro olimpico in discesa (2018) e due coppe di specialità (2018 e 2021).
Il successo di ieri fa pensare, proprio nel giorno del suo 55simo compleanno, anche all'epopea di Alberto Tomba, ma questi sono soprattutto giorni in rosa e quello di una Goggia matura, ma fresca che fa fiorire un giardino intero che trabocca di rose bellissime. Arriva, infatti, cofirmato da altre quattro mani azzurre: c'è il tocco di Elena Curtoni terza a 51/100 e quello di Federica Brignone, giù dal podio per il soffio di 1/100, ma davanti a Mikaela Shiffrin. L'americana alla corte francese era salita proprio per non concedere troppo vantaggio a Lady Sofia che invece ora guida la classifica generale per 65 punti e veste un rosso haute couture, sia in discesa sia in superG.
La prova delle azzurre è innanzitutto un successo corale perché gli amanti dei numeri vi trovano la vittoria femminile numero 107 e un'infilata di podi che in una stagione in Coppa non si era mai vista in 56 anni. La valanga rosa che fu si è trasformata in una nouvelle vague che scrive la sua vie en rose a suon di concretezza. «Il mio superG più morbido e bello, ma scolastico: devo lavorare ancora sulle partenze perché ho perso molto nel primo tratto», l'analisi di Goggia, sempre lucida ed oggettiva. «Mi godo il mio stato di forma costruito negli anni», gongola Curtoni, ormai abbonata al ruolo di comprimaria sul podio dopo molte doppiette, l'ultima, proprio settimana scorsa con Brignone, che dice: «Sono arrabbiata perché, per come ho sciato nella parte alta, poteva fare molto meglio ed insidiare le mie compagne sul podio, però in basso ho subito, riguarderò il video».
Ai fiori più belli non basta l'acqua, ma serve anche sale e terreno e questa sana competizione fra le azzurre sta dando i suoi frutti: prossimi possibili raccolti? Gia domani e mercoledì a Courchevel con due giganti (dirette tv 10 e 13 Rai).
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