Un cammino accidentato e mille dubbi. La flebile fiamma olimpica di Tokyo 2020, fatta sparire da Fukushima e tenuta nascosta in una località segreta, resta una riproduzione fedele dell'incertezza che avvolge le Olimpiadi, già rinviate all'anno prossimo, dal 23 luglio all'8 agosto.
I cinque cerchi continuano a fare i conti con l'avanzata della pandemia, nessuna soluzione viene derubricata a priori e il presidente del Cio, Thomas Bach, ha paventato l'ipotesi di una quarantena per gli atleti all'arrivo in Giappone: «Abbiamo stabilito un principio: organizzare l'evento in un ambiente sicuro per tutti i partecipanti. Vogliamo che i Giochi si facciano, non escludiamo nessuno scenario. Si preannuncia un lavoro gigantesco, però aspettiamo prima di avere una chiara visione su come sarà il mondo tra 14 mesi. La situazione è ancora in forte evoluzione». Il piano prevederebbe l'isolamento, per almeno due settimane, di 11 mila atleti all'interno del Villaggio Olimpico, creando una bolla lontana da qualsiasi pericolo. Andrebbero messi in sicurezza anche i rispettivi staff e gli addetti ai lavori, con un interrogativo sui tifosi. Sull'ipotesi porte chiuse Bach ha dichiarato: «Non mi piace. Lo spirito olimpico unisce i tifosi ed è quello che rende unici una manifestazione come i Giochi. Di certo non potrà esserci un nuovo slittamento perché non puoi pensare di impiegare per sempre quattromila persone in un comitato organizzatore, non puoi cambiare ogni anno il calendario mondiale delle Federazioni e soprattutto agli atleti bisogna dare certezze». Il numero uno del Cio ha confermato di essere in costante contatto con le autorità sanitarie mondiali, che nel frattempo hanno registrato oltre 5 milioni di contagiati e avevano segnalato mercoledì scorso come il giorno in cui ci sono stati più contagi in tutto il pianeta.
Dati che tolgono il sonno anche al comitato organizzatore delle Olimpiadi.
Il presidente Yoshiro Muto ha risposto piccato alle affermazioni di Bach, facendo tornare a galla screzi mai sopiti anche per gli enormi costi economici da sostenere a causa dello slittamento di un anno: «Non è il momento adatto per fare degli scenari. Adotteremo le misure necessarie, noi vogliamo che i Giochi a luglio dell'anno prossimo si facciano». La corsa a ostacoli di Tokyo 2020 continua.
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