I diciotto mesi di Inzaghi. Sistemati i conti dell'Inter nella notte Champions

Dopo il traguardo dei quarti di finale in Champions il tecnico (da imputato a eroe) ora attacca. "Lo scudetto ha creato problemi economici"

I diciotto mesi di Inzaghi. Sistemati i conti dell'Inter nella notte Champions

L'Inter ai quarti di Champions è un traguardo e fa bene Simone Inzaghi a ricordarlo, anche se di storico, per un club che l'ha vinta 3 volte, al momento c'è davvero ancora molto poco. Che poi la differenza, giova ricordarlo anche a lui, sta nel gol segnato da Lukaku in 11 contro 10 all'andata e nei due pali centrati al penultimo minuto dal Porto nel ritorno. Ma tant'è, chi vince scrive la storia e anche stavolta ha vinto lui, che da mesi è l'imputato principe di ogni sbandata nerazzurra. Avesse perso, rischiava il posto. E poiché ha vinto, è giusto che se la goda, almeno fino alla prossima volta.

Lui sì che suppone di essere già nella storia. «Sono stato chiamato 18 mesi fa per riportare la squadra agli ottavi di Champions e finire fra le prime 4», già detta, come quella sui trofei vinti («3 coppe in un anno e mezzo e siamo secondi in campionato»). Finora di sue parole veramente forti c'erano quelle successive alla sconfitta in campionato con la Roma («con me si dimezzano le perdite e si raddoppiano le vittorie»), che erano state pochissimo apprezzate in società.

La frase di Oporto va decisamente oltre, anche perché pensata, ragionata, non buttata sul tavolo a caso. È una piccola ma deflagrante bomba dialettica: «Negli ultimi 12 anni, l'Inter aveva vinto uno scudetto, che ha provocato qualche problemino a livello economico. In 18 mesi ha vinto 3 trofei, è andata una volta negli ottavi, una volta nei quarti, però è facile parlare di Simone Inzaghi, probabilmente perché educazione e intelligenza vengono un po' confuse nella vita»: e persino più delle parole già forti per la palude oratoria cui siamo abituati, contano le smorfie che le accompagnano.

A chi parla Inzaghi? Interpretazione libera, per quanto facile. Ma forse non servirà nemmeno aspettare molto, per capire davvero. «Non ho alcuna rivincita da prendermi, non è questo il momento per parlare: lo farò quando avrò voglia e tempo, perché lo devo a me stesso e ai miei famigliari». Se questo è il prologo, guai a non esserci quella volta, perché ci sarà da divertirsi.

Oltre il Porto, ci sono i 20 milioni guadagnati col passaggio del turno, e la polemica per il migliaio di tifosi nerazzurri che non ha potuto entrare allo stadio Do Dragao, nonostante il biglietto regolarmente acquistato. L'Inter chiede l'intervento dell'Uefa, che scarica sul Porto, che al di là dell'impreparazione organizzativa dimostrata, al momento non ha spiegazioni convincenti. E chissà se ai tifosi sarà mai almeno rimborsata la spesa del tagliando.

L'attesa, ovvia, è per il sorteggio di domani.

Il presidente Zhang, sempre lesto a firmare le vittorie, ha già espresso il desiderio di ritrovare il Milan. Tecnicamente, e per entrambe, sarebbe di certo l'avversario più abbordabile. Ma vuoi mettere l'incalcolabile differenza di danni fra farsi eliminare da City o Real e farlo nel derby?

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