Urli da Champions, in campo e fuori. Sul terreno di gioco un Napoli prepotente e per almeno venti minuti nella ripresa addirittura devastante; sulle tribune, di nuovo gremite anche se i numeri da record restano lontani, il grido che fa tremare lo stadio e registrato dai sismografi dell'osservatorio vesuviano. E il coro «un giorno all'improvviso» che fa venire la pelle d'oca anche a Maurizio Sarri. Emozionato e «arrapato» alla vigilia, emozionato dopo l'impresa sul Benfica che spiana la strada agli ottavi della Coppa.
Se non ci fosse stato il black-out finale che rischiava di rimettere in partita gli avversari, si sarebbe parlato di perfezione. Ma una batteria di attaccanti che mena schiaffoni a tutti sta impressionando anche oltre il confine italiano. De Laurentiis dalla Cina non può che fregarsi le mani, mentre fioccano i rinnovi di contratto (ieri è toccato a Hysaj, ma restano i casi spinosi di Insigne e Mertens), e intanto abbassa i prezzi per la Roma.
Sarri si gode la sua macchina da gol, ma ieri a Castelvolturno aveva già voltato pagina: lo stop
di Albiol (elongazione al bicipite femorale) ha permesso di vedere all'opera Maksimovic, titolare domenica. Ma non è ancora tempo di fare programmi, anche se non è facile tenere a freno l'entusiasmo rumoroso del San Paolo.
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