Roma - La Lazio irrompe in zona Champions e lo fa in grande stile: un pokerissimo al Chievo nel giorno in cui aveva perso per infortunio il suo cannoniere, Ciro Immobile, costretto gettare la spugna dopo 34' per un trauma distrattivo al quadricipite rimediato nelle fasi iniziali, dopo aver provato un tiro da fuori. Oggi o domani la diagnosi sarà più precisa, ma considerando che si tratta dello stesso problema accusato a novembre il rischio che l'attaccante di Torre Annunziata salti, oltre che quella di dopodomani con l'Udinese, anche le trasferte di campionato e Coppa Italia a San Siro contro il Milan è concreto. Inzaghi sostiene di non essersi pentito per non averlo sostituito subito e confida in un recupero rapido.
Detto che probabilmente ha commesso un errore, gli va almeno riconosciuto il merito di aver risolto il problema in modo brillante. Era privo anche di Caicedo e si è dovuto inventare un Felipe Anderson falso nove: non è stata la miglior partita del brasiliano e, a dispetto dei cinque gol, neanche la migliore della Lazio, ma la squadra ha comunque prodotto molto e se in qualche frangente si è complicata la vita è stato per colpa della difesa, segnatamente di un Bastos confusionario e un Wallace disastroso che con i loro svarioni hanno fatto già venire ai tifosi una gran voglia di Caceres. Il primo vantaggio della Lazio, costruito da una grande percussione di Marusic e firmato da Luis Alberto con l'aiuto di una deviazione di Bani, è durato un attimo proprio a causa della distrazione dei due scudieri di De Vrij, che su un lancione di Radovanovic si sono persi Pucciarelli. L'1-1 però è durato solo sette minuti perché Milinkovic-Savic ha indovinato un tiro dal limite che si è infilato sul palo di Sorrentino, e da lì fino alla fine del tempo si è vista la Lazio migliore. Che poteva comodamente segnare il terzo gol e invece ha rischiato di subire un altro pareggio quando Abisso ha punito col rigore un presunto contatto tra Lulic e Stepinski, ma stavolta il Var è stato finalmente amico di Inzaghi: l'arbitro ha rivisto l'azione alla moviola e ha revocato il penalty.
Nella ripresa sono scesi di tono i biancocelesti nel loro complesso ma in compenso è salito in cattedra Lucas Leiva, un giocatore di cui si parla poco ma che sposta veramente gli equilibri. La sua specialità è recuperare il pallone, però evidentemente ieri si sentiva particolarmente ispirato e ha iniziato a sfornare anche assist: meraviglioso quello con cui, al 68', ha pescato Milinkovic-Savic che con destro al volo ha virtualmente chiuso la partita. Nel finale sono entrati anche Lukaku e Nani e la Lazio ha dilagato con i gol di Bastos e del portoghese punendo oltremisura un Chievo anonimo ma non orrendo. «Questa Lazio gioca e si diverte, è consapevole di sé», ha detto Inzaghi, aggiungendo che «ora è normale porsi l'obiettivo della Champions ma in alto con noi ci sono grandi squadre costruite per stare lì e noi adesso siamo attesi da un ciclo interminabile di partite». A cominciare da quella di recupero con l'Udinese che mercoledì darà un volto più chiaro alla reale classifica dei biancocelesti.
Che comunque almeno in una graduatoria sono in testa: quella dei gol segnati in campionato, ben 53. Per eguagliarli, stasera la Juventus dovrebbe farne almeno quattro al Genoa. In attesa di sapere quanto tempo dovrà stare fuori Immobile, insomma, c'è un'altra Lazio che si fa largo a suon di reti.
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